2001 Odissea nello Spazio

Ho chiuso le vacanze estive con la visione di un film che mi aspettava da un po', essendomi stato regalato per lo scorso Natale. Che sia un capolavoro, si può dir subito, così ci togliamo questo dente: è un Capolavoro, di quelli che acquistano qualcosa dopo ogni ulteriore visione. Ora possiamo dissertare sul perché.
2001 consta di quattro parti, di cui due completamente mute. Parte prima, alba dell'uomo: un gruppo di scimmie antropomorfe incontra un misterioso monolite nero, sviluppa intelligenza, senso di possesso e di dominio, apprende l'uso della clava (...!). Parte seconda, Terra/Luna 2001: un gruppo di scienziati scopre un monolite analogo al primo sepolto ("deliberatamente") sulla Luna. Parte terza, Viene istruita una missione esplorativa che va verso Giove, lì dove il segnale radio prodotto dal pietrone sembra diretto. A bordo dell'astronave, il computer HAL 9000, intelligenza artificiale, comincia a pasticciare. Parte quarta, Giove, e oltre l'infinito: Unico superstite della missione di cui prima, Dave arriva su Giove e vicino al terzo monolite, dove vede la fine della sua vita e un nuovo inizio in forma più evoluta.
Dunque i due nuclei del film sono Spazio-Tempo (o la loro percezione nell'evoluzione) e l'Oscuro Monolite. Il resto è tutto interpretazione, dal momento che spiegare pedissequamente ciò che aveva in mente doveva essere per Kubrick uno svilimento dell'opera sua.
Che mai saranno questi perfetti parallelepipedi neri, lisci e assoluti con le loro forme pure? Chi li ha sparsi per la galassia? Qual è il loro scopo? Di che sono fatti? Certo è che, ogni volta che l'umanità vi si avvicina, fa un progresso di qualche tipo, il monolite porta sapienza; attraverso il suo contatto la scimmia apprende a usare una tibia come arma contundente e subito ne idea un utilizzo a scopo di prevaricazione, passando da un'ignorante innocenza ad una consapevolezza colpevole. 
Non solo l'uomo, del resto. Anche HAL, che pure è perfetto, fa un salto di "qualità" in relazione analogo e uccide quando ha paura di morire -reazione che più umana non si può- e devo dire che la sua fine mi ha toccato molto più della morte degli astronauti. Va bene, del resto si sa che Kubrick era misantropo assai e tutte le altre specie (animali o diversamente animate) superano l'uomo per capacità di amore e compassione.
La musica ha una parte fondamentale in tutta la pellicola, interrompendo l'uso massiccio del silenzio. I due temi principalli sono di due diversi Strauss, Johann Jr per il Bel Danubio Blu e Richard per Così parlò Zarathustra, forse suggestivo di un eterno ritorno del monolita e del superamento dei propri limiti nella creazione del Superuomo, il feto stellare del finale. Il tema proprio del monolita è invece di Ligeti, e si dice che il regista lo utilizzò senza dir nulla all'autore, in piena linea con il suo carattere "particolare".
Abbiamo già gli ingredienti per un Capolavoro, grazie alla sceneggiatura, alla colonna sonora e ai temi trattati, ma la ciliegina sulla torta è l'incredibile talento registico di chi stava dietro alla macchina da presa. Le inquadrature fisse (front projection) di panorami incredibili nascono con 2001, così come la rotazione della telecamera in sincronia con lo sfondo per creare l'illusione di una totale assenza di gravità. Semplice, efficace, assolutamente innovativo: uno stile che non ha perso smalto al punto che anche gli effetti speciali non sembrano datati e l'estetica impiegata è tutt'altro che grottesca anche quarant'anni dopo. Che differenza con la rozza astronave di Alien, o i costumi ridicoli e malamente invecchiati di Blade Runner! Qui tutto è verosimile, elegante e misurato, dagli abiti alle navi spaziali (fatte su modellini di ingegneri NASA) fino alla pulizia dei satelliti extraveicolari, illuminati da una luce quasi caravaggiana.
L'influenza di 2001 è stata enorme e capillare, ha investito non solo la fantascienza (fino ad AI, che sembra molto più di Kubrick che non di Spielberg), ma tutto il cinema: penso per esempio alla scena dell'uccisione del capitano Kurtz in Apocalipse Now, alternata alla mattanza del toro, e a quella in cui un nostro lontano parente prende a tibiate un cranio pensando già a come ucciderà il tapiro, sua preda. 
Ve lo ripeto, nel caso dopo questa lunghissima e sbrodolata recensione ve ne siate già dimenticati: nonostante (o forse anche grazie a) alcuni passaggi apparentemente composti con l'ausilio di acido lisergico, oltre che di A. C. Clarke, 2001 Odissea nello Spazio è un Capolavoro Assoluto.

Commenti

  1. Capolavoro, sì, sottoscrivo quasi tutto quello che dici. Però anche un pochino datato. In particolare le lunghe pause e infiniti silenzi, che al tempo filavano via leggeri grazie allo sbalordimento che inducevano le immagini, alla mia ultima visione di qualche anno fa mi hanno fatto pensare che, magari, una sforbiciatina qui e là ...

    Sul senso dell'opera a me pare che non ci siano dubbi, anche perché ho visto il film più volte, e mi sono letto pure il libro di Arthur C. Clarke che chiarisce ogni residua perplessità. Casomai è sull'interpretazione che viene lasciata una certa libertà.

    Non direi che HAL sia influenzato dal monolite, il suo malfunzionamento, se ricordo bene, è causato da un conflitto logico nella sua programmazione, in quanto gli erano stati assegnati due compiti mutualmente esclusivi. E il povero HAL non sapeva come venirne a capo.

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  2. Sì, ho letto che HAL sarebbe andato in tilt perché gli è stato chiesto di nascondere informazioni sulla destinazione e sul motivo del viaggio... però mi convinceva poco. Probabilmente la lettura del libro aiuta a comprendere meglio alcuni passaggi -alla faccia del fatto che le parole non servono!!
    Non riesco davvero ad immaginare il testo, dopo aver visto il film. Magari lo recupero :)

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    1. Dev'essere proprio così. La sua struttura logica era stata disegnata per fornire pieno supporto all'utilizzatore, ma per quella missione gli era stato imposto di non rivelare parte delle informazioni in suo possesso. Deve aver cercato una soluzione alla contraddizione, trovandola nella rimozione dell'equipaggio.
      Il libro, per quel che mi ricordo, non è all'altezza del film. Ma dopo averlo letto diventa tutto più chiaro.

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  3. concordo sulla colonna sonora: STUPENDA
    so di molti che hanno scoperto R. Strauss grazie a questo film

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  4. Già un film che ti fa venire voglia di leggere qualcosa o di ascoltare qualcosa o di studiare/approfondire/ricercare ha un valore immenso, non foss'altro che per la cultura che pubblicizza :)

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