Paradiso amaro
Matt vive alle Hawaii, ma anche
all’ombra degli alberi del Paradiso Terrestre non è al riparo dal dolore: sua
moglie, con cui viveva da qualche mese un’importante crisi coniugale, ha avuto
un incidente durante una gara in motoscafo e ora è in coma, legata alla vita
dalle macchine che la sostengono artificialmente. Mentre la figlia minore
esprime disagio con i mezzi a sua disposizione, la maggiore, trascinando con sé
un coetaneo apparentemente piuttosto deteriorato, gli rivela il tradimento
della moglie. Nel frattempo bisogna decidere cosa fare della proprietà che da
molto tempo sostenta tutta la famiglia di milionari, eredi dell’ultima
principessa isolana: vendere e aumentare la liquidità o cercare un modo di
proteggere l’arcipelago dagli investimenti delle multinazionali?
Paradiso
Amaro è un one-man-show, totalmente dominato dalla presenza di
George Clooney, protagonista e voce narrante. L’ultimo vero divo di Hollywood,
dotato di uno charme ormai
leggendario, regge bene l’onere della narrazione e dà una delle sue migliori
prove attoriali, dipingendo con sensibilità un personaggio di estrema dignità,
costretto com’è a gestire un’orda di parenti serpenti e due figlie
problematiche. Proprio la dignità
sembra il tema centrale del film: ogni personaggio secondario si divede sulla
base di questa qualità senza prezzo, dall’amante super-verme alla moglie del
detto, che invece dimostra alta classe e superiore finezza di sentimenti, dal
cugino avido che vuole concludere un affare lucroso al suocero insolente e
cerbero ma capace di immenso, cieco amore per la figlia morente. Buono il
ritmo, l’insieme non si trasforma mai in un piagnisteo insulso e rimane
frizzante e interessante; la colonna sonora, a base di ukulele, fa un po’ il
paio con le camicie hawaiane (che nella mia lista di peccati capitali viene
giusto dopo cavare gli occhi ai propri simili), ma a sorpresa entrambi non
stonano, contribuendo a creare il senso di leggerezza e inevitabilità che
intride la pellicola. Mr Payne, molto bene davvero: rispetto ad A proposito di Schmidt ha fatto un enorme passo in avanti.
D'accordo quasi completamente, con la differenza che A proposito di Schmidt, a mio gusto, è circa allo stesso livello.
RispondiEliminaconcordo
RispondiEliminail film è ben sorretto dalle spalle di Giorgione Cluni; è un vero attore, sa alternare la commedia e il dramma; in questo caso è dramma (si parla di cose molto serie, dal testamento biologico alla salvaguardia dell'ambiente)
Shailene W (interpreta Alexandra, la figlia maggiore) ha buona stoffa; sono certo che la rivedremo
Mi unisco agli applausi per il film e George Clooney, entrambi interesanti :)
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