La Rinuncia
Gerolamo è un tenente del Regio Esercito Sardo-piemontese, quando l'Italia ancora era geograficamente frammentata; un tenente un po' particolare, perché è un ufficiale medico, in formazione presso il San Giovanni (quello che affaccia sui giardini Cavour e che ora è noto come "Antica Sede": all'epoca era l'unica).
Se ne va per la mia amatissima Torino, e si aggira per questo ospedale da me amatissimo, in compagnia degli altri tre "moschettieri", Saverio, il finto snob e raffinato genovese, Giovanni il sardo sciupafemmine e Giuseppe il cuneese buono e modesto. Proprio all'alba della sua vita professionale e sociale, commette un'unica, grossa imprudenza che potrebbe separarlo dalla sua Maria Luisa...
Questo libro è stato una sorpresa, per me normalmente sospettosa di fronte alla narrativa italiana contemporanea; non solo ha una trama poetica e romanticissima, con una storia d'amore lacerata, le cui disperazioni sono arginate nell'amicizia fraterna dei commilitoni, e un'interessante ricostruzione storica degli anni dell'Unità, ma -caso ormai raro- é scritto benissimo. come sa chi frequenta abitualmente queste pagine, non è una lode che pronunci spesso.
Il dottor Montanaro, lo scrittore, è un oculista che ha deciso di prendere in mano la penna per regalarci qualche ora di un passato non troppo remoto, e non vedo l'ora che lo faccia di nuovo, magari confezionandoci un lieto fine. Il mondo come lo conosciamo oggi ne ha molto bisogno.
Questo libro è stato una sorpresa, per me normalmente sospettosa di fronte alla narrativa italiana contemporanea; non solo ha una trama poetica e romanticissima, con una storia d'amore lacerata, le cui disperazioni sono arginate nell'amicizia fraterna dei commilitoni, e un'interessante ricostruzione storica degli anni dell'Unità, ma -caso ormai raro- é scritto benissimo. come sa chi frequenta abitualmente queste pagine, non è una lode che pronunci spesso.
Il dottor Montanaro, lo scrittore, è un oculista che ha deciso di prendere in mano la penna per regalarci qualche ora di un passato non troppo remoto, e non vedo l'ora che lo faccia di nuovo, magari confezionandoci un lieto fine. Il mondo come lo conosciamo oggi ne ha molto bisogno.
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