La mer
Non è la prima volta che passo un po' di tempo sul mare, ma di solito mi capitava in vacanza. Fino a poco tempo fa godevo di ferie lunghe, che trascorrevo spesso in Calabria, vicino alla spiaggia ancora relativamente incontaminata di Strongoli.
Il vento onnipresente, il calore a volte eccessivo e un sole indiscreto non mi disturbavano mai, nel mio eremo preferito: niente radio, pochissima televisione, anche meno giornali, tanti libri di tutti i tipi per studiare e leggere in compagnia.
Adesso invece sono qui per lavorare e conduco una vita ordinaria, invece che vacanziera, e mi rendo conto di come vivere davvero vicino al mare sia un'esperienza molto particolare. Questa entità immensa, mal definibile, così viva, incide grandemente sul mio umore e sulle mie attività: bisogna imparare ad assecondare i ritmi e le oscure volontà di un Essere infinitamente più grande, potente, maestoso di noi, che ha la capacità di darmi e togliermi le forze a suo piacimento e piange e ride e respira accanto a me.
Il mare in francese è femmina, La Mer, come dice la canzone che ho scoperto con il film Il treno per il Darjeeling.
Una specie di enorme vasca amniotica, salata e piena di esseri viventi che, pur da essa totalmente dipendenti, ne sono ontologicamente separati. Umorale, come una donna, prepotente, multipotente, capace di insegnare l'umiltà a tutti noi minuscoli esseri umani.
Il mare in francese è femmina, La Mer, come dice la canzone che ho scoperto con il film Il treno per il Darjeeling.
Una specie di enorme vasca amniotica, salata e piena di esseri viventi che, pur da essa totalmente dipendenti, ne sono ontologicamente separati. Umorale, come una donna, prepotente, multipotente, capace di insegnare l'umiltà a tutti noi minuscoli esseri umani.
Canzone bellissima, nonostante che sia strautilizzata nel cinema (soprattutto per gli americani, quando c'è bisogno di qualcosa di francese è tra i pochi titoli che si ricordano) la ascolto sempre con gran piacere.
RispondiEliminaTra i titoli che la adoperano, segnalo le vacanze di Mr.Bean, dove è usata estremamente a proposito, visto che la Costa Azzurra è il bersaglio del protagonista.
Concordo con te, il mare è vivo: ti rilassa, ti diverte, ma può anche angosciare. La settimana scorsa sono stata al mare nonostante le pessime condizioni metereologiche, il vento era talmente forte che il mare era maestoso, pieno di onde e aveva divorato tutta la spaggia: ne avevo timore ma contemporaneamente ne ero affascinata. Purtroppo io abito in collina, e quindi non posso ammirare il mare ogni volta lo desidero :(
RispondiEliminaAdoro questa canzone...cosi come adoro il mare
RispondiEliminaE' vero, una cosa è vivere il mare da 'vacanziere' e un'altra da 'residente'... lo dice anche George Clooney in 'Paradiso amaro': le Hawaii sono anche uno stato con gente 'reale' oltre che un posto da sogno per turisti. Non sempre è oro quello che luccica. Hai visto 'Le Havre' di Kaurismaki? Anche in quel film il mare ha un ruolo fondamentale: plumbeo, cupo, per niente amichevole. Esattamente come la condizione del piccolo protagonista del film. Bel pensiero, complimenti.
RispondiEliminap.s. ma visto che sei a Nizza un saltino a Cannes non riesci a farlo? :-)
Cecilia, grazie al tuo post e alla canzone di Trénet (che non conoscevo) sono finalmente riuscita a scrivere una poesia sul mare (della Costa Azzurra), come da tempo volevo fare. La trovi sul mio blog, grazie ancora!
RispondiEliminaQuanto l'adoro...Non ricordo come l'ho scoperta, forse con Alla ricerca di Nemo, non ricordo assolutamente. So però che Sergio Cammariere ne ha fatto una versione italiana, e NON E' assolutamente male.
RispondiEliminahttp://youtu.be/oocs-rL97_E
Qui è dal vivo, ma cerca la versione originale...