Zatoichi




Un massaggiatore cieco si aggira per il Giappone feudale con un curioso bastone, una pregiata katana. E' Zatoichi, il leggendario maestro di scherma che non teme rivali. Giunge infine in un villaggio contadino dove fa da trait d'union per le storie che vi si snodano: un ronin costretto a impieghi umilianti per pagare le medicine della moglie inferma, due geishe in cerca di vendetta, una taverna sempre affollata nonostante un pessimo sakè, una vedova contadina schiacciata dal "pizzo" sempre più esoso della gang locale.

Interessante e coinvolgente racconto di cappa e katana, condito da musiche gradevoli ancorché non favolose, vanta una trama originale piena di trovate e diverse sequenze da antologia, prime fra tutti i combattimenti e le coreografie danzate. Lo stile grafico delle scene di lotta si situa a metà tra lo splatter tarantiniano e le tavole dei manga di area samurai (come Vagabond); tutto il film è cosparso di citazioni cinematografiche, probabilmente molto oltre le mie capacità di ricognizione, ma il suo maggior pregio è di essere davvero divertente.

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