L'opera struggente di un formidabile genio


I genitori di Bill, Beth, Dave e Toph si ammalano di cancro e muoiono nello spazio breve di un'estate; Dave decide di farsi carico di Toph e sopperire all'improvvisa perdita di entrambe le figure parentali con una mescola di incoscienza, delirio di onnipotenza e amore fraterno. Si trasferisce con lui a San Francisco, dove fonda la rivista "Might", si guadagna da vivere, cerca di dormire con varie ragazze, è ossessionato dal timore che Toph sia ucciso dall'occasionale baby-sitter e tenta di elaborare il proprio immenso lutto sfruttando anche canali inconsueti, quali la tentata partecipazione alla Real-tv di MTV.

La trama è interessante e chiaramente autobiografica, ma è lo stile a rendere questo libro così esplosivo: la scrittura è innovativa fino a poter essere definita sperimentale, a tratti autointervista (quasi un flusso di coscienza, ma con la punteggiatura corretta) mascherata da dialogo con un comprimario che in realtà è momentanea estroflessione della coscienza duale dell'autore e io narrante.

La seconda parte del romanzo, più disgregata e visionaria, è la mia preferita; destruttarata e alienata, piena di acume introspettivo, distingue nettamente l'opera come il vero prodotto di genio, giunto meritatamente alle soglie del Pulitzer.

Buon Anno, Flora!

Commenti

  1. pardon...con un po' in ritardo, dopo un capodanno parigino, commento: d'accordissimo con te, le style c'est tout (anche se non lo dico io ma Flaubert) e questo è uno dei pochi romanzi moderni, per intenderci non dei grandi "classici" della Letteratura (come si chiamava quel tale, Joyce???), a fare dello stile e del ritmo veri e propri mezzi espressivi,quasi più della trama stessa.

    Grazie per la recensione.. Flo

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