What’s new, Pussycat?


Divertentissima e acuta satira di due delle molte nevrosi degli anni Settanta: la psicanalisi come strumento salvifico e l’amore libero, che per molti si traduceva biecamente nel tentativo di poligamia. Benché il regista sia Donner, si riconosce la prima mano di Woody Allen, sceneggiatore e attore nella parte di uno sfortunato innamorato non corrisposto. Meravigliosi i due attori principali, genii dell’assurdo; Peter Sellers nei panni di uno psichiatra folle e sessuomane, fiero di metodi quanto mai alternativi (“ho ottenuto meravigliosi risultati chiudendo alcuni pazienti in un armadio”) e Peter O’Tool, libertino facilone che cerca solo futili pretesti per tenere il piede in molte scarpe, ma manifesta quasi un senso di possesso verso la sua fidanzata storica, con cui temporeggia sulla data del matrimonio. Proprio la fidanzata, poi, rappresenta una rara incursione nel mondo della commedia –alquanto surreale- per Romy Schneider, che tra Sissi e Ludwig ci aveva abituato a drammoni lacrimosi e impegnativi.
Finale da Gran Gala, con riunione generale in un albergo di campagna assurdo ed equivoci a piene mani. Mancava solo un po’ di mariuana per aggiungere un effetto Saving Grace.

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