N - Io e Napoleone



Un giovane maestro socialista dell'Elba, interpretato da Elio Germano, perde il lavoro proprio alla vigilia dell'arrivo nell'isola di Napoleone, il mostro sanguinario che ha inzaccherato di sangue l'Europa. Per la sua cultura viene scelto dal dittatore come segretario personale, a cui dettare aforismi e memorie; nella speranza di uccidere il tiranno accetta l'incarico, tra la sorpresa dei fratelli (Valerio Mastandrea e Sabrina Impacciatore) e l'ironia dell'amante nobile spiantata (Monica Bellucci, molti chili or sono). A rappresentare Napoleone il francese Daniel Auteil, ottimo interprete da commedia che non sfigura in questa inedita veste gastritica.

L'aspetto più interessante della pellicola è l'ambivalenza della figura di Bonaparte, egocentrico assolutista determinato e senza scrupoli, ma anche essere umano complesso e affascinante, colto, divertente, profondo. Carismatico, insomma: come ci si può ragionevolmente attendere da colui che ha trascinato migliaia e migliaia di soldati in battaglie turpi, senza mai perdere il favore delle sue truppe.

Virzì si conferma ai miei occhi come uno dei migliori tra i registi italiani attualmente sulla piazza, con un film poetico, a tratti decisamente divertente, dissacrante senza averne troppo l'aria e, tuttavia, capace di rappresentare l'ambiguità del fascino del malvagio, senza appiattirsi in una visione troppo smaccatamente partigiana. Grazioso.

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