per il resto del viaggio ho sparato agli indiani


Esordio del torinese Fabio Geda, narra di un ragazzino rumeno immigrato in Italia e costretto alla fuga attraverso tutta l'Europa, alla ricerca di suo nonno, artista di strada. Emil, questo il suo nome, ha imparato l'italiano attraverso i fumetti di Tex Willer, e con i suoi occhi osserva la gran parte delle disavventure che attraversa. Proprio con quegli occhi disincantati ma ottimisti da eroe tutto d'un pezzo, capace di sopravvivere a praticamente tutto.
Contrappunto alla sua voce è il racconto dell'Architetto, dandy in crisi che accoglie Emil fino a quando questi non deciderà di scappare dopo avergli rotto il naso... se volete sapere perché, dovete leggere il libro fino in fondo.
L'opera è fresca e poetica, con una colorata umanità e pervasa da un fondo di ottimismo e buona fede, ma tende a scivolare in qualche ovvietà narrativa -come lo sconcertante abbondare di aiutanti, troppi persino in una favola di Propp- e ad abusare di cliché, compresa la trasformazione in orco del secondo protagonista, che con le sue manie, la sua gamba dolorante alla dottor House e le sue patenti insufficienze esistenziali cominciava a scavarsi un posto nel nostro cuoricino di lettori.
Qui trovate il blog dell'autore, se foste curiosi di seguire gli sviluppi di una carriera promettente:
http://www.fabiogeda.it/

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