la famiglia Winshaw


Bel libro dall'impianto interessante, in cui Jonathan Coe ci porta per mano nell'Inghilterra della signora Tatcher.

Una grande famiglia serve da spunto per ripercorrere la storia di piccoli e grandi abusi di un'aristocrazia monetaria che qui è inglese, ma ha decisamente un respiro universale, e che infiltra tentacoli in ogni infratto del sistema: abbiamo così Henry, che informa la vita politica dello spirito del voltagabbana e reimposta il sistema sanitario sul modello di un'azienda privata (con i risultati che tutti conosciamo); Dorothy, che rivoluziona l'allevamento intensivo; Hilary, l'opinionista temuta e partigiana; Roddy, mercante d'arte dai metodi di reclutamento poco eleganti; Mark, il mercante d'armi che vende a Saddam e a Gheddafi, tanto "se alzano troppo la cresta, andiamo, li annientiamo, e ricominciamo a vendere ai sopravvissuti"; Thomas, il banchiere con le mani sul cinema e gli occhi da voyeur.

Michael Owen, scrittore di non chiara fama, pretestuosamente scelto per scrivere la storia famigliare, tra traumi infantili e frustrazioni amorose e politiche, ci mostra come l'uomo medio abbia sofferto e soffra le ricadute di tali allucinate ambizioni, senza che la comprensione dei loro meccanismi porti necessariamente una libertà di sorta. Non mancherà una catarsi finale, ma dopo tante ferite non sarà più capace di portare gioia.

Commenti

  1. CIAO
    capito qui passando per...mmmhhh vediamo ...vabbè ormai ci sono, pretestuosamente,frustazioni,catarsi, bello come parli/scrivi, torno a rileggerti quando ho meno birra in pancia

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