Orgoglio e Pregiudizio




Meraviglioso è, al giorno d'oggi, un aggettivo tristemente abusato e ciò mi fa temere di non riuscire ad esprimervi la grandezza di questo romazo, capolavoro di Jane Austen; tutto il romanticismo di cui un cuore femminile è capace, pur nascosto dallo spesso velo della severa educazione inglese dell'epoca e costretto dalle stecche dei bustini, non perde niente della sua forza, anzi riluce ancor più vivo nella calma neoclassica che cela i tormenti del cuore.


Elizabeth e Darcy, o meglio: il pregiudizio che un uomo ricco debba essere sprezzante e spiacevole, l'orgoglio di classe, che guarda con sospetto alla media borghesia con più mezzi che cultura. Dimenticarsi di sè per aprire gli occhi all'amore, pur senza contravvenire ai dettami del decoro e del buon senso: un delicato equilibrio e una forte dose di ostinazione portano i due protagonisti tra lee braccia l'uno dell'altra.


Molti sono i film tratti da quest'opera, e tutti quelli che ho visto la raffigurano con freddezza, con un taglio più rivolto alla commedia inglese classica che ai turbamenti di una giovane in età da marito. L'edizione ultima, con K. Knightley non fa eccezione. Più divertente, e curiosamente più vicina al vero spirito austeniano è la parodia fattane in Bridget Jones.


Orgoglio e Pregiudizio è l'altra faccia di Cime Tempestose: dove l'uno è polito l'atro è scapigliato, dove l'emozione è rattenuta nel primo è invece esasperata nel secondo, ma le due opere sono unite da una sorellanza profonda, che ancora oggi non si allenta.

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