la luna e sei soldi

Un'altra biografia d'artista, in questo caso non veramente esistito, ma che prende le forme da quelle celebri di Gauguin.

Un tranquillo e impacciato agente di cambio, oltre la quarantina, all'improvviso decide di abbandonare la famiglia per dedicarsi alla pittura: si trasferisce dalla City londinese a Parigi, e poi a Thaiti cercando di arginare le tiranniche pretese del suo demone. Nessuno sembra apprezzare la sua arte, salvo che dopo la sua dipartita; solo allora i mediocri personaggi del mondo borghese che egli aveva così sprezzantemente vilipeso si trovano disposti ad accordare alle sue opere quel valore artistico che in realtà inferiscono dall'ascesa del loro prezzo.

Maugham traccia il ritratto di un uomo corroso dal desiderio di Bellezza e vive nel suo Assoluto personale con un approccio quasi superomistico di noncuranza verso le povere, trite umane cure: affetti, obblighi sociali, rispetto per l'altro... il Genio, oscuramente, tutto calpesta, tutto dimentica, tutto distrugge sull'altare della sua Arte, fino a rimanere solo, non già perché negletto dai suoi simili, ma perché questo isolamento egli stesso ha ricercato, il luogo dell'anima congeniale alla Creazione.

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