Episode VII. Il risveglio della forza

Di J.J.Abrahams, con H.Ford, C.Fisher, A.Driver, D. Ridley, J.Boyega. 2016

Ho aspettato fino ad ora a scrivere la recensione, che sarà ovviamente carica di SPOILER: siete avvisati.

Trent'anni dopo la conclusione della trilogia classica, la galassia è ancora in pieno travaglio. La risorta Repubblica latita, le periferie sono povere al limite della miseria, e un misterioso Primo Ordine cerca di riportare l'Impero ai suoi oscuri fasti. Ad arginarlo, la Resistenza di quegli antichi ribelli ormai stanchi. Entrambe le fazioni cercano di ritrovare l'ultimo Jedi, Luke Skywalker, ritiratosi in autoesilio da anni. La mappa che conduce a lui è affidata al robot BB-8 e alle cure di una strana ragazza, Rey, accompagnata da uno stormtrooper disertore e da Han Solo, sempre nel personaggio della canaglia intergalattica.

Un buon film d'azione... se non avete mai visto uno Star Wars Originale. Ci sono ancora più esplosioni che in Spectre. C'è una colonna sonora senza un tema accattivante (quando persino Williams ti abbandona è proprio segno che l'apocalissi è alle porte), c'è un droide bellissimo che tutti vorremmo tra i piedi e un po' di bravi giovani con voglia di fare. C'è persino una protagonista fanciulla, per le Pari Opportunità, e un coprotagonista di colore, così Hollywood è soddisfatta.
L'impressione di vedere un remake è intensa, fino a quando non si arriva alla madre delle strizzate d'occhio: l'arrivo in scena di Han Solo e Chewbacca. Non ho potuto fare a meno di immaginare l'oculista di JJ che lo rincorreva per salvargli la cornea dallo schiacciamento irreparabile, e non mi sono più liberata della recensione pre-film di Ortolani (se non l'avete letta, fatelo qui).
Han Solo fa il suo lavoro fino in fondo e salva il film dall'essere un disastro completo: come al solito il suo personaggio è adorabile, ironico, pieno di sorprese. Appena lo si vede ci si stringe il cuore, ci si sente subito a casa, e si coglie il vero motivo per andare a vedere il film. Peccato che SPOILER!!! dal prossimo giro qualcun altro dovrà tirare la carretta.

La catastrofe è dietro l'angolo non appena si esplorano due punti focali della tradizione di Guerre Stellari: i cattivi e la trama.

Partiamo da quest'ultima. Alcune lacune logiche mi hanno irritato, ma per gli entusiasti sono solo la promessa di tanti enigmi ancora da risolvere, ovvero: perché nonostante l'antica vittoria i Ribelli sono ancora pieni di pezze e senza mezzi, seminascosti e sperduti nella galassia? E il Primo Ordine da chi viene così riccamente foraggiato? Il ridicolo Snoke da dove arriva? Altri degli scivoloni sono meno difendibili, per esempio il fatto che ormai non esiste più un apprendistato Jedi. Trovi una spada laser d'epoca e diventi subito un talento naturale autodidatta. Della "lavatrice" R2D2 che si risveglia solo quando serve non so cosa dire.
Manca un guizzo, un'idea veramente originale, ma soprattutto questo episodio difetta di coraggio: è stato costruito per compiacere un pubblico sicuro. Ogni episodio di Lucas, anche i più vituperati, ha una filosofia, una costruzione politica e un'estetica molto strutturate, e si prende delle pause dal trambusto per svilupparle. Qui no: non lasciate ai fan tempo per meditare, che altrimenti s'annoia! Sembra che ci sia Dashiell Hammett alla sceneggiatura, "se non sai cosa far succedere in una scena, fai entrare un personaggio con una pistola. Che sparerà".


I cattivi si sgretolano... Snoke sembra l'ologramma di Gargamella, ma ci sono due anomalie importanti che mi turbano: uno stormtrooper che diserta preso da pietà e che cinque minuti dopo spara ai suoi ex compagni senza rimpianti è un po' fuori luogo, ma Kylo Ren che ha le crisi pantoclastiche quando è in preda al disappunto è... imbarazzante. Non trovo altra parola. Idem per il fatto che porti una maschera di cui non ha bisogno alcuno, ma la tolga senza problemi a gentile richiesta, mostrando uno sguardo squilibrato... e un naso di proporzioni imperiali. Ogni nodo così viene al pettine: se Han Solo è la colonna portante della fazione buona, con cui si empatizza facilmente, Anakin è il solo vero protagonista delle due trilogie lucasiane, e qui la sua assenza è un dolore continuo, un vuoto opprimente per colmare il quale non basta neppure un parricidio annunciato. 

Commenti

  1. Sai come la penso e siamo molto d'accordo, finalmente è anche arrivata la recensione di Ortolani, ora il cerchio si è concluso... Fino ad Episodio VIII ;-) Cheers!

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    1. Non so se episodio VIII mi conterà tra i suoi detrattori... magari salto e verro' solo a leggermi la tua recensione (oltre a quella di Ortolani)!

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  2. La prima trilogia era inserita nell'ottica reaganiana: i cattivi erano l'impero del male (le uniformi sulla Morte Nera erano di taglio sovietico) e i buoni (repubblicani) li sconfiggevano con armi "spirituali", la Forza sia con te ecc
    La seconda trilogia (2001-2005) era ispirata dal pessimismo dell'era Bush: dalla crisi della repubblica americana nasce l'Impero Bushesco
    Quale sarà il taglio di questa serie? Bisognerà aspettare la fine; comunque mi sembra che il tema sia IL MALE RISORGE SEMPRE, NON FACCIAMOCI ILLUSIONI (l'altro ieri erano i comunisti, adesso ci sono i talebani, domani ci saranno gli adoratori del gongonzola...)

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    1. no, gli adoratori del gorgonzola no!!! ;)
      ogni volta risorge, ma ogni volta ci sarà ben qualcuno a dargli un calcio nel sedere :)
      certo, bisognerà aspettare dieci anni tutta la trilogia nuova, pero' intanto io mi annoio un po'...

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