tag:blogger.com,1999:blog-21037645099241640902024-03-05T20:36:16.257-08:00la tosca non è per tutticeciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.comBlogger884125tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-37371031988847892972020-10-06T07:32:00.004-07:002020-10-06T07:43:34.067-07:00Blade Runner 2049<p> Di D.Villeneuve, con R.Gosling, H.Ford, R.Wright, J.Leto. 2017</p><p><br /></p><p>Trent'anni dopo i fatti narrati in <i>Blade Runner</i>, un nuovo "eliminatore" si occupa ancora di "ritirare" dei replicanti antichi, imperfetti, disobbedienti. Mentre elimina uno dei più vecchi, scopre che trent'anni prima un bambino era stato dato alla luce da una di questi replicanti venuti male, e la notizia di questa riproduzione miracolosa sconvolge la gerarchia umana a capo dell'inchiesta : bisogna eliminare il prodotto di questo concepimento. Inizia cosi' la lunga caccia di Joe (il nostro replicante si è dato un nome, tutto da solo!) al bambino impossibile (o bambina?), e ai suoi genitori. Parallelamente, la stessa ricerca è condotta da M. Wallace, il nuovo fabbricante di replicanti perfezionati, che sogna di riuscire a produrre una replicante fertile per coltivare meglio il suo delirio di onnipotenza, e da un gruppo replicante radicale che sopravvive ai margini della società. </p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj99mm9b8P4ylnOEtXcdhzZRYrY42cBmbjwlFFkdGCGNty1EZmhAsgwPGg5k2zQ8B1xsOXXpew-8GqYoH13yBkIuGSmU9ecnu3HefqxRhWhajWHtjA-GyuD8BSrWFwscqt1yRf_R5uHl5TX/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="433" data-original-width="770" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj99mm9b8P4ylnOEtXcdhzZRYrY42cBmbjwlFFkdGCGNty1EZmhAsgwPGg5k2zQ8B1xsOXXpew-8GqYoH13yBkIuGSmU9ecnu3HefqxRhWhajWHtjA-GyuD8BSrWFwscqt1yRf_R5uHl5TX/w400-h225/image.png" width="400" /></a></div><br /></div><br /><br /><p></p><p>C'è una certa evidente bellezza in questo film, un pregio insito nei suoi preziosismi filmici, nella pulizia delle inquadrature, nella fotografia aristocratica, nella lentezza eterea del ritmo che si priva grazie al cielo di trambusti inopportuni, e persino nei colori militantemente esausti (al punto che mi sono chiesta se anche la verdura crescesse blu in questa nuova terra. La risposta, ovviamente, è che non cresce più e si mangiano proteine pre-processate di origine elminta). Il protagonista guida pure una Peugeot, come me, e sembra adorarla, proprio come me (risa di mio marito) anche se la sua è decisamente più accessoriata e le sue portiere si aprono come il bolide di Misato Katsuragi in <i>Evangelion</i>.</p><p>La trama finge lontanamente di richiamare il vecchio <i>cult </i>di Ridley Scott, fine unico per il quale sfrutta nomi e volti di personaggi la cui storia è indifferente alla situazione attuale. Il trucco Nostalgia nondimeno funziona, come spesso, e serve a mascherare almeno in parte le plurime imperfezioni di sceneggiatura. Per sottolineare la più grande: quando parte la grande caccia al bambino del miracolo, sono chiare le intenzioni dei militari umani (frenare il panico degli umani davanti alla prova che un replicante possieda un'anima) e quelle dei resistenti segreti (che ovviamente vogliono uno stendardo). Ma perché Jared Leto e la sua letale Luv vogliono il bimbo? Se il problema fosse capire come la replicante potesse concepire, è il suo DNA che bisognerebbe analizzare, non quello del figlio. Visto che il DNA in questione lo hanno(ossa, capelli, archivi!!), e che hanno anche quello del padre, al limite sarebbe più facile replicare SPOILER <span style="color: #fce5cd;">Deckard e Rachel e farli riprodurre di nuovo</span>. Biologia, lezione 1 del secondo anno del liceo. Ma no, gli sceneggiatori odierni non ce la possono fare. P.K.Dick, rosica nella tua tomba.</p><p>Gli attori sono tutti molto bravi, primo tra tutti Gosling che più invecchia più mi piace, con la sola eccezione di Leto che risulta ridicolo in ogni inquadratura, sopra le righe, completamente afinalistico e schizoide. Neanch Elon Musk è cosi' risibilmente fuori dalla realtà (perché se lo fosse non funzionerebbe nel mondo). Harrison Ford, sempre di classe, sembra specializzato nel dare una fine più o meno aperta ai suoi grandi personaggi, da Deckard a Indiana Jones, passando per Han Solo (che già solo per questo, significa che devi averli fatti, dei personaggi di questa taglia, rimasti nella memoria collettiva).</p><p>La colonna sonora tenta di riprendere strumenti e afflati da Vangelis, ma... vabbe', ci avete provato.</p><p>Il maggior successo dei due film, avo ed epigono, resta la capacità di trasporre in immagini la sua epoca. Cosi' come Blade Runner parlava con acume dei fantasmi e dei sogni degli anni Ottanta, Blade Runner 2049 traduce bene alcune manie e ossessioni attuali. </p><p>Il primo meditava su cosa sia la creatura rispetto al creatore, sull'amore (o no) del creatore per la creatura, sul disastro ambientale incombente, sul vuoto di dèi che produce freddo e bruttume esteriore e come lentamente questi si interiorizzino ; il secondo indica come l'intercomunicazione sia diventata poco più di un ologramma che maschera delle velleità poveramente onanistiche, come il tracollo ambientale sia stato ormai compiuto e introiettato, come il ripiego su di sé e sui valori umani più "sentimentali" e privati abbia preso il posto, nel bene e nel male, dell'ideologia politico-sociale, al punto che il recupero del "sé" animale e primordiale diventa prioritario. Ah, da bravo neurologo mi scordavo la fissazione sulla natura della memoria. </p>ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-49983050012201848012020-09-29T13:21:00.003-07:002020-09-29T13:21:59.422-07:00Good Omens (miniserie)<p style="text-align: justify;">Da un'idea di Terry Pratchett e Neil Gaiman (loro è l'omonimo libro), con D.Tennant e M.Sheen, 2019</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Il demone Crowley e l'angelo Aziraphale sono sulla terra da quando è stato creato il Paradiso: il primo era il serpente tentatore, il secondo l'angelo guardiano. Entrambi, lasciati sulla Terra da allora, hanno sviluppato un "viscerale" attaccamento al pianeta e ai suoi abitanti, e sono diventati amici fra loro. Quando il Giorno del Giudizio si avvicina e l'Anticristo viene a nascere, decidono di interferire col Grande Piano Divino per modificare l'esito della Battaglia ultima... se possibile, impedendola.</p><p style="text-align: justify;">Come ci si puo' aspettare visti gli sceneggiatori, la serie è un coacervo di temi che spaziano dal senso della Provvidenza all'esistenza dello spirito, dal patto atavico tra Dio e l'Uomo alla parodia delle varie sette sataniche e angeliche di ogni tipo, dalle profezie dei veggenti fino alla stregoneria e all'ecologia. </p><p style="text-align: justify;">I due protagonisti fanno emergere molti dubbi sulle posizioni (pseudo?)manichee dei loro superiori: spesso ci dipingono da un lato demoni stolti che hanno scelto loro malgrado il campo dei perdenti, e per questo si trascinano a forza di amertume, e dall'altro angeli fintamente benevoli, in realtà arroganti assetati di potere che davanti alla possibilità di evitare un conflitto ripetono in coro "il punto della guerra non è "evitarla" ma "vincerla". Profondamente pro-umanità, e in certo senso pro-materia, Crowley e Aziraphale tradiscono le loro origini per trovare conforto nella Terra, scoprendo che anche l'Anticristo, alla fine dei conti, la pensa come loro.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtKnogW4ymGEovmf_C96w6WLNdjAmbg9UezQVdV49imstwfMznIUnnnzRjldKz3n-D_mBvlN8GryF_jKH3xC_At8qgOkuuVQuPmTuHwYHNJM_J7vzYSUYlAN1ggrWdWNpbW7q5RH4Ldda/" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtKnogW4ymGEovmf_C96w6WLNdjAmbg9UezQVdV49imstwfMznIUnnnzRjldKz3n-D_mBvlN8GryF_jKH3xC_At8qgOkuuVQuPmTuHwYHNJM_J7vzYSUYlAN1ggrWdWNpbW7q5RH4Ldda/" width="367" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">Benché un po' lenta nella partenza, e decisamente surreale, la serie è gradevole, piena di umorismo gentile, molto ben recitata e discretamente filmata. La visione profondamente umanista degli autori rispetto all'Essenza divina è trattata in modo assai leggero e fresco. Gli attori riescono a coinvolgere, soprattutto Tennant che rende il suo Crowley molto umano, troppo umano, decisamente sempre dalla nostra parte e a sorpresa profondamente buono verso il suo angelo custode. Bellissima colonna sonora a base di Queen, colori kitsch che oggi sono una rarità e in certo senso anche un sollievo dal grigiume imperante.</p>ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-25324985637016141972020-07-09T14:29:00.000-07:002020-07-09T14:29:09.167-07:00ANNADi L. Besson, con S.Luss, L.Ewans, H.Mirren, C.Murphy. 2019<br />
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Alla fine degli anni Ottanta, una ragazza russa con un dono per le arti marziali e un grande istinto di sopravvivenza viene reclutata a forza dal KGB e cerca insistentemente di ritrovare una vita libera. Il che, sul finire della guerra fredda, è naturalmente complicato.<br />
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Besson mi è sempre piaciuto nonostante la critica adori linciarlo con passione violenta. In questo caso, suppongo volesse fare un remake semi-ironico di Nikita, con uno sguardo internazionale. La storia si somiglia nelle grandi linee e alcune sequenze sono volutamente identiche (la rapina finita male che sfocia nell'arruolamento, il "test d'ingresso" al ristorante...); ad essere diversa è la protagonista, che era in Nikita una sorta di animale allo stato brado fragile e ancora puro nella sua a-moralità, ed è qui una donna che si vorrebbe più consapevole di sé, desiderosa del suo futuro, dotata di uno sviluppo un quanto essere umano. Per essere onoste non so bene dove sia il vantaggio di questo nuovo taglio, ma è possibile che gli scandali legati al MeeToo abbiano un po' guidato le sue scelte. Anna è più paradossalmente realistica di Nikita ma questo la rende evidentemente meno iconica, e l'unica vera vincitrice della serata è Olga, la sua superiore nel KGB, interpretata da Hellen Mirren con gran classe.<br />
Senza sorprese, la critica statunitense ha demolito senza pietà il prodotto, che in effetti dipinge i russi come degli psicorigidi controllanti all'eccesso e gli americani come degli ingenui con grandi mezzi ma limitati da un'inettitudine di fondo. Sarebe stato più interessante a mio avviso che prendessero il film per quello che è, un film d'azione senza pretese con qualche momento umoristico riuscito (tipo il taglio del dito). Alla fine dei conti, la vera morale della storia è che l'unico superiore di cui una ragazza si puo' fidare è quello con cui non ha instaurato una relazione di orizzontalità.ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-77582733354931914372020-07-05T14:03:00.000-07:002020-07-05T14:03:01.133-07:00Polina<br />
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Di B.Vivés, 2011</div>
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La Polina del titolo, ispirata all'artista russa Polina Semionova, entra bambina in Acaademia di danza in Russia, diventa allieva prediletta del Maestro Bojisnky, i cui modi rudi e l'eleganza austera hanno scoraggiato ben più di una ballerina. Scelta per un suo assolo, metà discente e metà musa, lascia tutto per esplorare altri mondi, fuori patria, perdere molte delle sue certezze, ritrovarsi e iniziare a costruire davvero se stessa, fino a riprendere, accettandoli, i legami col suo passato.</div>
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<a href="https://www.bdtheque.com/repupload/T/T_35858.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Couverture de la série Polina" border="0" height="320" src="https://www.bdtheque.com/repupload/T/T_35858.JPG" width="219" /></a>Per ma, Vivès era sostanzialmente il primo autore di <i>Last Man</i> (che è senza dubbio una rivelazione) e per il resto della sua produzione ero abbastanza incline a classificarlo in questa giovane intelligentia francese della Bande Dessinée che non sa né scrivere né disegnare all'altezza dei suoi avi ma fa della propria opera principalmente uno strumento filosofico più o meno politicizzato. Recensioni e pagine de <i>Il gusto del Cloro</i> mi avevano confermato questa idea, quindi ero assai reticente ad aggredire <i>Polina</i>. Mi ha convinto il portafoglio, nella libreria fumettaiola di Antibes hanno ideato una promozione "weekend graphic novel" e il volume mi guardava dallo scaffale promettendo qualche ora di evasione per 10 miseri euro [la sventurata rispose].</div>
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Conoscevo dunque il tratto disgregato e destrutturato del disegnatore, ma in Polina è ancora più acerbo di quel che mi aspettassi (sono passati dieci anni, Vivès era ventisettenne) e i suoi personaggi si stagliano su sfondi meno che abbozzati. Il loro pensiero <i>è </i>il loro sfondo, una specie di flusso di coscienza non esplicitato riempe questi vuoti di bianchi, neri e grigi con un'insolita intensità. Il giovane autore riesce, a mio avviso, nell'arduo compito di suggerire con precisione movimento, leggerezza, fluidità, profondità di pensiero e di sentimenti, relazioni umane complesse amorose e non, rapporti di sudditanza tra docente e discente e gratitudine per l'arte e per la vita: lo fa con un'arte statica, sintetica o ancora meglio ellittica, silenziosa come solo Mitsuru Adachi avrebbe saputo. Vivès conosce il segreto dei tempi apparentemente morti del fumetto come nessun altro occidentale che conosco. Bravo, ad majora. </div>
<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-77887477014083349182020-07-03T14:17:00.000-07:002020-07-03T14:17:01.393-07:00Delitto sotto il sole<br />
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Di G.Hamilton, con P.Ustinov, J.Birkin, M.Smith, 1982<br />
Tratto dal romanzo omonimo di A.Christie<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://tv.zam.it/film_img_banner/18637.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Delitto sotto il sole su premium" border="0" height="260" src="https://tv.zam.it/film_img_banner/18637.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anche Maggie Smith è stata giovane. Abbiamo le prove.</td></tr>
</tbody></table>
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In un'isola sperduta nell'Adriatico, diversi personaggi più o meno legati al mondo della celebrità si ritrovano in un resort gestito da una ex attrice. La diva del momento, dal carattere insolente e dalle abitudini sentimentali vivaci, viene ritrovata senza vita su una spiaggia, e Poirot -presente in vece di ospite- indaga.</div>
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Ma che idea assurda commettere un delitto sotto il naso del grande detective Poirot e pensare di farla franca!</div>
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La sceneggiatura è molto ben fatta, solidissima, semplifica un po' il romanzo ma gli resta fondamentalmente fedele. Quando si ha una storia che funziona bene, una grossa metà delle complicazioni sono evitate. </div>
<div style="text-align: justify;">
La regia è classica e senza guizzi, ma si adatta molto bene al tipo di intrigo, senza strafare o creare distorsioni che sarebbero risultate fuorvianti e ridicole (classico errore delle produzioni contemporanee). Con una certa umiltà, il regista si piazza nel registro del film di genere, facendo un lavoro pulito ed elegante e lasciando campo relativamente libero al vero cavallo di battaglia del film, ovvero la <i>palette </i>di attori. </div>
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Nonostante i bei paesaggi, l'essere confinati sull'isoletta rende il film una sorta di huis-clos all'aria aperta, in cui i personaggi sono al centro di tutto, e sono relativamente pochi, dunque ben tratteggiati ed esplorati. Ustinov riesce persino nell'intento quasi improbabile di far sembrare simpatico quel vanesio narcisista di Poirot.</div>
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Bella colonna sonora, auto-omaggiata dalla scena in cui si vede il registro dell'albergo, firmato tra gli altri da Franck Sinatra e Cole Porter.</div>
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ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-62875440296394984612020-07-01T14:00:00.000-07:002020-07-01T14:00:09.055-07:00Chef - La ricetta perfetta<br />
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<img alt="www.amica.it/wp-content/uploads/2014/07/Chefok-..." height="400" src="https://www.amica.it/wp-content/uploads/2014/07/Chefok-635x635.jpg" width="400" /></div>
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Di e con J.Favreau, S.Johansonn, S.Vergara, R.Downey Jr, J.Leguizamo. 2014<br />
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Carl è un ottimo cuoco le cui capacità sono limitate da un proprietario di vedute ristrette e conservatrici. Sbeffeggiato dal critico che anni prima lo porto' alla fama, va in crisi, perde le staffe, combina pasticci su social media che non sa utilizzare e si ritrova a piedi. Grazie alla ex-moglie recupera un food-truck con cui vende panini cubani, sviluppando nel frattempo un rapporto col figlio (che è abile quanto il padre ma decisamente più competente sia in materia di Twitter che di intelligenza emotiva).</div>
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Attenzione, effetti collaterali del film: fa venire un languorino...</div>
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Favreau voleva chiaramente divertirsi, e prendersi una pausa dalla stancante occupazione di creare blockbusters. Si vede una passione personale per il cibo buono, la cucina fusion, la condivisione di amore e calorie che arrivano da un piatto "lavorato": ogni inquadratura delle pietanze, degli ingredienti, degli utensili trasuda interesse per i mestieri della tavola.</div>
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Sul piano formale, le immagini sono colorate e pulite, le inquadrature classiche, il ritmo veloce; ogni tanto il regista si permette anche qualche vezzo modernista inserendo delle finestre dai vari social nello spazio vuoto accanto ai personaggi, come fossero balloons in un fumetto, o giustapponendo in riquadri attigui pezzi diversi di narrazione (anche questo, espediente che arriva dal fumetto e che avevamo già visto usare brillantemente in IronMan, ). Insomma, un vero feel good movie con un sacco di comparse famose passate a farsi un brindisi tra amici.</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-21755346757185409562020-06-21T13:52:00.000-07:002020-07-10T13:03:39.054-07:00Caravaggio ("La tavolozza e la spada" e "La Grazia")<br />
<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="caravaggio manara" height="400" src="https://www.fumettologica.it/wp-content/uploads/2015/04/caravaggiomanara.jpg" width="299" /></div>
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Di M.Manara. 2015-2019<br />
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Vita e opere del grande Michelangelo Merisi, dal suo arrivo a Roma fino alla fine dei suoi tragici giorni. Come conobbe la gloria strepitosa e l'abisso dell'assassinio, la fuga precipitosa, la malattia, la nostalgia per la città eterna sotto il peso di una condanna a morte emessa in contumacia.</div>
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Caravaggio è la prima opera che leggo a firma di Manara, l'aura equivoca di quest'ultimo mi ha sempre tenuta lontana dai suoi scritti. Si tratta di una biografia pregevole, interessante, con due grandi assi nella manica: il disegno squisito dell'autore e la precisione filologica con cui viene ricostruita la vita dell'artista, con qualche concessione al romanzesco (come l'invenzione di alcuni personaggi mai esistiti), ma senza inverisimiglianze che sarebbero scadute nel ridicolo.</div>
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La riproduzione, anzi la ri-creazione, di molte delle tele più famose del Merisi era una sfida tecnica di altissimo livello, che si puo' dire riuscita senza mezzi termini. La venerazione per la persona a tutto tondo del Caravaggio si percepice nel tentativo di renderne i risvolti più umani.<br />
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Detto tentativo, pero' -non si puo' fare a meno di rimarcarlo- è a tratti rozzo, gravato dalla fissazione di Manara per scene di nudo e soprattutto di sopraffazione sessuale di personaggi femminili deboli da parte di maschi pseudo-alfa decisamente schifosi.</div>
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La ripetizione perseverante di questo tipo di scena ci priva di momenti che sarebbero stati più interessanti, come un'indagine più incisiva del rapporto tra il pittore e i suoi aiutanti o i suoi mecenati. Manara, in definitiva, resta ai miei occhi un superbo disegnatore ma uno sceneggiatore mediocre, che ha tirato fuori un fumetto di alto livello grazie alle sue strepitose matite, ma sembra incapace di ergersi oltre i limiti della sua zona di conforto.</div>
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ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-60414953560367840782020-06-16T14:11:00.000-07:002020-06-16T14:11:02.659-07:00Hearth of the sea - Le origini di Moby Dick<br />
Di R.Howard, con C.Hemsworth, T.Holland, C.Murphy, B.Winshaw, B.Gleeson. 2015<br />
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La storia di quando Melville, scrittore ancora poco stimato dal grande pubblico ("perché Hawtorne, quello si' che sa scrivere), arriva in una sera buia e tempestosa a chiedere ad un marinaio ormai vecchio cosa successe davvero alla baleniera Essex, i cui pochi sopravvissuti tornarono con una storia al limite dell'incredibile presto finita nel dimenticatoio. E il vecchio inizia, e "Chiamatemi Ismaele" fu.</div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/81kfslmoPhL._RI_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img alt="Amazon.com: Watch In the Heart of the Sea | Prime Video" border="0" height="300" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/81kfslmoPhL._RI_.jpg" width="400" /></a><br />
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La storia c'era (e che storia). I mezzi c'erano (e che mezzi, oltre 100 milioni di dollari). Gli attori c'erano (e che attori, ne ho messi un bel po', il calibro si spreca). Gli effetti speciali c'erano (e che effetti, sembra tutto credibile). Pure il dettaglio macabro c'era (e che dettaglio... no spoiler).</div>
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Ma allora perché sembra di guardare un banale film d'avventura, senza ambizioni particolari? Tutto scorre, liscio come un pezzo di Pacifico senza brezza, e già solo da un pezzo di mare cosi' vengono fuori tante di quelle immagini che cominciano con La linea d'ombra e arrivano alla Ballata del Mare Salato e riempiono la mente con una potenza estasiante. </div>
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Su questo primo traguardo non raggiunto, la restituzione dell'immaginifico scenario di ogni fantasia marina, sarebbe dovuta partire la riflessione sulla violenza che l'uomo perpetra pervicacemente sulla natura e quella, più spaventosa e iraconda e giusta, che la Natura restituisce all'Uomo, decuplicata, e incarnata dalla Balena Bianca. Traguardo non raggiunto, seconda parte: si intuisce una vaga intenzione in questo senso, tra la corruzione degli armatori di baleniere e la nuova scoperta del petrolio, ma dire che l'accenno è telefonato è ancora poco.</div>
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Non ho mai conosciuto un regista capace di sprecare mezzi, sceneggiatura e attori (e occasioni in genere) come Ron Howard. Tutto è grazioso, patinato, leccato, irrimediabilmente poco incisivo e privo di verità. Peccato, peccato.</div>
<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-69541455110532411752020-06-13T13:47:00.000-07:002020-06-13T13:47:00.192-07:00Flags of ours FathersDi C.Eastwood, con R.Philippe e A.Beach, 2006<br />
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Durante la battaglia di Iwo Jima, alla presa del monte Surimachi, fu issata dai soldati una bandiera americana e il momento, immortalato, fece il giro dei focolari in patria. In un momento in cui la popolazone ha il morale decisamente a terra e le casse delle milizie sono vuote, lo Stato Maggiore riporta a casa tre dei sopravvissuti alla battaglia (durata 40 giorni), visibili nella fotografia, per riportare la speranza e convincere tutti ad uno sforzo economico per rimpolpare le finanze del ministero della Guerra.</div>
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Film raffinato, di costruzione complessa su tre piani temporali che pure si segue senza difficoltà di comprensione (c'è il presente, in cui il figlio dell'infermiere presente nella foto ricostruisce la storia e la riscrive; il passato più prossimo della tournée pro-bond dei sopravvissuti e infine il passato remoto -molto imperfetto...-della battaglia), resta una pellicola difficile perché amara e orribilmente dura.</div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71%2BLow6R3oL._SL1024_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img alt="images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71%2BL..." border="0" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71%2BLow6R3oL._SL1024_.jpg" width="300" /></a><br />
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Non si puo' fare a meno di ripensare a 'Salvate il Soldato Ryan' nel realismo delle rappresentazioni di battaglia, ma là dove Spielberg, che qui è produttore, restava all'epoca profondamente antimilitarista e ancora ottimista verso l'essere umano, Eastwood ci mostra in modo molto ambivalente questo punto di flesso della storia recente: niente sbarchi semisegreti per liberare un intero continente, ma una mattanza di ragazzini impreparati e un dispiego di forze colossale per assicurarsi, metro dopo metro e cadavere dopo cadavere, uno scoglio nel Pacifico. Uno scoglio nudo e morto, il cui monte principale fa meno di 200 metri, con un profilo quasi marziano, che restituisce l'assurdità della guerra come un ceffone. </div>
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Naturalmente, sul piano storico si comprende la necessità di una tale manovra, esattamente come sul piano umano la si trova repellente. Proprio questa profonda discrasia produce gli antieroi a malapena sopravvissuti che vediamo obbligati a prostituire la loro memoria per promuovere ulteriori sforzi dello stesso tipo.</div>
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Al contrario dei protagonisti di Spielberg, convinti delle proprie scelte e capaci di invecchiare più o meno in pace con loro stessi, i personaggi di Eastwood vivono gli effetti di scelte altrui (tipo la sostituzione della bandiera, la distribuzione di War Bond etc) cercando di barcamenarsi tra un oppressivo disturbo post traumatico da stress, il carico della gloria che non hanno cercato e la responsabilità di mansioni che non competono loro. Una vita dura...</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-19492372053573515752020-06-09T14:29:00.000-07:002020-06-12T13:12:23.685-07:00KingsmanDi M.Vaughn, con C.Firth, S.L.Jackson, T.Egerton. 2014<br />
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Esiste in Inghilterra una sezione di Servizi Segreti non direttamente dipendente dallo stato (perché ogni stato ha la sua "agenda", direbbe Capitan America) che si occupa di eliminare invisibili pericoli che minacciano il mondo. Dopo una selezione rigidissima, il giovane Eggsy potrebbe entrare a farne parte e lasciarsi indietro la sua adolescenza travagliata. Lo addestra Galahad, per il posto vacante di Lancillotto (tutti i membri del Kingsman hanno per nome in codice uno dei cavalieri della Tavola Rotonda).</div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71lyBqxHnFL._AC_SY445_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img alt="Kingsman-Secret Service [Import]: Amazon.fr: Adrian Quinton, Colin ..." border="0" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71lyBqxHnFL._AC_SY445_.jpg" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Vi mancavano i vecchi James Bond con i cattivi grandguignoleschi e i servizi segreti con la licenza di uccidere ma allo stesso tempo la capacità di vestirsi squisitamente? Vaughn ha deciso di riportarci ai fasti del vecchio spy-movie modernizzandolo.</div>
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L'origine, si vede subito, è più fumettara che letteraria: l'iperbole è la sua cifra stilistica in ogni minuto di filmato. Visto che i nomi sul comics originario sono Millar e Gibbons, penso che cerchero' di dare un'occhiata al materiale originale!</div>
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Per tornare al film, il realismo non è mai stato tra le preoccupazioni degli autori, ma l'ironia si' e in effetti guardando Kingsman si ride, a crepapelle. E' uno di quei film ormai cosi' rari che danno voglia di aprire un pacchetto di patatine già dai titoli di testa.</div>
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E si divertono non solo gli spettatori, ma anche -e prima di loro- regista ed attori che evidentemente non ne potevano più di produzioni milionarie bluastre nei colori e grigie nelle intenzioni. Colin Firth è strepitoso, ma non riesco a ricordarlo diversamente in nessun prodotto cui lo associo, da Darcy in Orgoglio e Pregiudizio quando era ancora un ragazzino al triste Single Man di Ford (Tom). Caine e Jackson sono sempre dei pilastri di presenza scenica. Mi ha favorevolmente sorpreso il protagonista, Egerton, "diversamente" bello, profondamente autoironico, allegro e acuto nell'interpretazione.</div>
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Attenzione, proprio per la sua forma parafumettistica, il film è graficamente violento.</div>
<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-79832034577401624462020-06-05T13:59:00.001-07:002020-06-06T13:47:29.346-07:00Les Indes Fourbes<div style="text-align: justify;">
Di J.Guarnido e A.Ayroles, 2019</div>
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Come giunge alla sua fortuna Don Pablo di Segovia, nato nei bassifondi della città e aduso agli spettacoli di autodafé e altre occupazioni da boia? Seguendo alla lettera i precetti del padre, che gli intima di non lavorare mai. A qualunque costo.</div>
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Concepito come fosse il seguito di un grande classico della letteratura picaresca, <i>El Buscon</i> di Quevedo, ne riprende il protagonista che per sfuggire ai pastrocchi da lui orditi in Europa si esilia nelle Americhe, ove ha libera mano per combinarne altri e ben maggiori.</div>
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Volume di grande formato, in edizione assai pregiata che vi verrà chiesto di pagare profumatamente, Les Indes Fourbes è uno di quegli animali da premio letterario (fumettistico e non) che affollano gli scaffali delle belle librerie. Altamente erudito e pieno di riferimenti alla tradizione picaresca, ha una storia interressante e soprattutto molto ritmata, dei disegni strepitosi : un Guarnido in grande spolvero. Pero'... c'è un pero'.</div>
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Sarà che molti riferimenti letterari mi sono andati perduti a causa della mia scarsa conoscenza della letteratura picaresca, sarà che il disegno a volte tocca il virtuosismo fine a se stesso (e per lamentarmi di una tale cosa io, deve essere proprio vera) ?<br />
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<img alt="VIDEO. « Les Indes fourbes » : Pourquoi le Prix Landerneau BD va ..." src="https://img.20mn.fr/CZPRFVxuTeGW0xM8Q2DmcA/830x532_couverture-planches-album-indes-fourbes.jpg" /></div>
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Il problema dell'opera, ai miei occhi, è il suo protagonista: Pablo è decisamente e volutamente brutto ma soprattutto repellente sul piano morale. Non è un cattivo alla maniera dei Comics manichei d'oltre oceano (già un sollievo, per carità), ma è a-morale; accetta di prendere una posizione reale solo quando essa gli procuri un tornaconto monetario e di breve scadenza. Non è lungimirante, non è caritatevole con i compagni, è sprezzante verso tutti gli altri esseri umani ma in particolar modo verso chi lavora. E' allergico a qualunque forma di apprendimento sano e produzione fattuale al un punto che i nostri politici potrebbero passare da lui a prendere appunti. Ed in tutto cio', non è mai simpatico. Mai. Con nessuno: nessuno merita un bacio, una carezza, una fetta di pane, un briciolo di rispetto. Non i bambini, non le scimmiette, non i capi della rivolta libertaria, non le donne...</div>
<div style="text-align: justify;">
E niente da fare, Pablito mi dà proprio sui nervi e mi ha rovinato il piacere della storia, che pure aveva molto potenziale...</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-82616971811913044042020-05-27T13:18:00.000-07:002020-05-27T13:18:00.970-07:00La famiglia Belier<br />
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;">
<img alt="pad.mymovies.it/filmclub/2014/12/039/locandina.jpg" height="400" src="https://pad.mymovies.it/filmclub/2014/12/039/locandina.jpg" width="280" /></div>
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Di E.Lartigau, con E;Elmosnino, F.Damiens, L.Emera. 2014, 105'<br />
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Paula ha sedici anni ed è l'unica della sua famiglia a sentire e parlare correttamente. Gli altri sono tutti sordomuti e lei fa da interprete, rendendo cosi' possibile l'attività della fattoria che i suoi possiedono. Un giorno pero' l'insegnante di musica scopre il grande talento della ragazza e la spinge a uscire dal nido.</div>
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In tutte le famiglie esiste una sana componente di egoismo, che viene puntualmente superata quando la situazione lo richiede (nelle famiglie felici: come sappiamo da fonti attendibili, le famiglie felici si somigliano tutte in un certo qual senso). Quindi il punto di questa deliziosa commedia di formazione non sta tanto nella disabilità dei familiari, ma nel quanto costi a tutti il distacco che si rende necessario quando uno dei componenti scopre di avere necessità diverse dal resto del gruppo. </div>
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Fa paura volare via da dove sai di essere essenziale, soprattutto per andare a costruirti un posto tuo in un ambiente che sarà decisamente più ostile ; allo stesso modo, non credo ci sia genitore di qualunque latitudine (e normo o ipo o iper udente/vedente/parlante) che non abbia delle resistenze e paure di fronte al fatto che i bimbi crescono e vogliono camminare con le loro gambe. Mia figlia maggiore ha 3 anni e quando prende la mia borsa e mi fa "ciao" con la manina e mi dice "be', io vado a lavorare" mi si stringe il cuore. Già me la vedo fra quindici anni che mi dice "be', ciao, vado a fare storia dell'arte in Giappone e poi l'ingegnere chimico al largo della nuova Zelanda". Ho già le vertigini.</div>
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Bonus del film: la colonna sonora a base di Michel Sardou, che ho scoperto proprio in questa occasione e che piace a tutta la famiglia!</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-31548432731824984152020-05-25T08:36:00.000-07:002020-06-21T12:35:40.844-07:00watchmendi A.Moore e D.Gibson, 1986<br />
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Nel 1985 di un mondo distopico (ma non poi cosi' tanto), i vigilantes travestiti hanno avuto ormai la loro ora di gloria e sono stati messi a riposo forzato. I pochi che restano cominciano ad essere oggetto di attentati di vario tipo... c'è un nuovo vendicatore che vuole eliminare i pochi superstiti di un mondo ormai in declino avanzato?</div>
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Da tanto tempo rimandavo la lettura di <i>Watchmen</i>, perché i supereroi su carta mi hanno spesso deluso (troopo infantili), perché i mattonazzi eccessivamente incensati della DC mi hanno spesso deluso (troppo violenti), perché quando tutti parlano bene di qualcosa la possibilità della delusione è sempre dietro l'angolo (troppo noiosi). </div>
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I supereroi di cartapesta di Alan Moore hanno un'anima (a parte il Doc Manhattan, lui ha un campo di forza... magari è la stessa cosa ?), uno spessore proprio (anche in senso letterale, a giudicare dal ventre rilassato di Nite Owl), dei desideri e delle manie e una tale tragicità da lasciare il segno. Sono stati la personificazione paternalistica del superuomo che avrebbe condotto le pecore sottocorticate all'ovile, fino a quando le pecore hanno deciso di non averne più bisogno. In effetti è vero, il buon pastore di periferia non serviva più, ma invece di un'evoluzione progressista le famose pecore hanno subito la morsa di un braccio di ferro epico tra superpotenze stavolta politiche, all'ombra di un fungo nucleare. </div>
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Quasi dieci anni dopo la fine dell'attività dei vigilantes, restano solo delle ombre: quelli per cui fare il buono <i>en travesti</i> era un sogno adolescenziale, quelli che vi vedevano l'opportunità di sfogare la loro intrinseca violenza nichilista, gli psicorigidi patologici per cui c'è il Bene e il Male, quelli che 'bisogna ben sbarcare il lunario' e quelli che sono l'ago della bilancia senza averlo domandato, e che sono diventati blu come un puffo ed empatici come un neurologo. Poi ci sono quelli che pensano di essere la reincarnazione di Alessandro Magno, ma migliorato, e cambiamo proprio orientamento politico e scala di pastrocchi combinati. Come trovare un senso nuovo alla ricerca del benessere comune? L'uomo della strada troverà finalmente la capacità e la voglia di pesare qualcosa nell'economia del sistema o aspetterà di nuovo un <i>deus ex machina</i> che pensi e organizzi al posto suo?</div>
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<img alt="Watchmen, la Bibbia di Alan Moore - Diario di Rorschach" height="422" src="https://i1.wp.com/diariodirorschach.com/wp-content/uploads/2016/11/Watchmen-1.jpg?fit=1965%2C1296&ssl=1" width="640" /></div>
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Come avete intuito, c'è tanta carne al fuoco in <i>Watchmen</i>. Politica, senza dubbio tanta politica, una bella trama gialla uscita dritta dritta dagli intrecci di Agatha Christie, la storia d'amore immancabile, una feroce riflessione sulla nostalgia, un po' di fantascienza credibile, e soprattutto la più vecchia delle domande di filosofia sociale: chi controlla i controllori? Moore è ridondante di temi, spunti, appigli letterari, questioni da ponderare. E' uno sceneggiatore esplosivo. Sarebbe tristemente esploso in questo caotico coacervo se non fosse stato appaiato a Gibbons che ha reso credibile l'impossibile: la trama intricata e gli indizi fuorvianti, i continui salti nel continuum temporale e spaziale, la pletora di personaggi cosi' finemente caratterizzati sarebbe stata assolutamente non potabile senza la misura trappista di Gibbons. </div>
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In quasi 400 pagine di fiume grafico, ha mantenuto uno schema di vignette tutte uguali, disposte in un minimalista 3 x 3, di dimensione standard, che sono il primo e fondamentale appiglio per il lettore aggredito da tutte le informazioni, le insinuazioni e le meditazioni di Moore. Il suo tratto è pulito senza essere pauperista, i colori sono vivi ma mai acidi, le prospettive reali e affidabili permettono di sopravvivere alla vertigine che coglia Alice quando cade nella tana del Bianconiglio. Pare che Gibbons fosse geometra, e si vede nelle sue architetture cosi' veriste, nelle sue anatomie cosi' semplici e affidabili, nel suo genio piano, nella sua resa della sconfitta, tavola dopo tavola. Nonostante questa apparente semplicità, ci sono preziosismi nascosti in ogni dove: basta vedere il capitolo "paurosa simmetria" che è TUTTO costruito in modo speculare tra la prima e l'ultima vignetta, o pagine e pagine in cui si seguono due azioni distinte parallelamente, una vignetta azione A e la successiva azione B, senza mai perdere il filo. Ci voleva un Maestro assoluto per riuscire una sfida di tale portata e lui l'ha fatto. Incredibile, da mozzare il fiato.</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-87748982540720122612020-05-22T03:34:00.002-07:002020-05-22T03:34:35.569-07:00Elementary (serie tv)Con J.Lee Miller, L;Liu, A.Quinn. Prima stagione 2012<br />
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Prendete Sherlock Holmes e riadattatelo agli anni 2000: londinese recentemente trapiantato a New York, ex-tossico in riabilitazione, incapace di una vita di relazione ma di intelletto superiore, pieno di tic e con un solo amico al mondo, il dottor Watson. Qui, <i>dottoressa </i>Watson, interpretata da Lucy Liu, che nella serie fa l'amico sobrio che ti mantiene sulla retta via, ex chirurgo con uno scheletro sul lettino operatorio.</div>
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Subito ho pensato che sarebbe stato un flop senza capo né coda, e invece questa serie è stata una bellissima piccola sorpresa. I casi sono praticamente irrisolvibili, in fondo come quelli delle avventure originali di Holmes, perché le deduzioni presentate sono al limite della fantascienza e dell'improbabilità, ma mi è piaciuto il senso di razionalità che si respirava nei libri e che viene mantenuto molto bene nello spirito di questi primi 24 episodi.</div>
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<a href="https://i.pinimg.com/originals/38/bb/80/38bb8049ec7dac5e16a7fc83b896657f.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Elementary - Saison 1 - DVD NEUF SERIE TV | Séries tv, Séries télé ..." border="0" height="400" src="https://i.pinimg.com/originals/38/bb/80/38bb8049ec7dac5e16a7fc83b896657f.jpg" width="276" /></a>Inoltre gli attori sono scelti benissimo per la parte e risultano subito molto attraenti. Lui non è bello ma ha stile e a lei ci si affeziona già alla fine della prima mezz'ora. Persino il capo della polizia locale è accattivante, gentile, affabile e retto. In lingua originale si apprezza particolarmente, a causa dell'accento esilarante e dei lemmi incredibilmente british di Sherlock, che con perfetta inflessione londinese chiede di usare un "lavatory" ("oh, you mean the TOILET...?") o viene riconosciuto e identificato come "quello inglese... sai, l'accento...". </div>
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Il rapporto di amicizia, dapprima impensabile poi via via più reale e solido tra Sherlock e Joan, è classico ma molto umano e divertente. Suona vero, fraterno, realista, e dunque rassicurante. Inoltre, per una volta, non c'è un sottinteso di attrazione sentimentale tra i due che sono proprio "SOLO" amici (non che mi dispiaccia un'attrazione ben gestita tra protagonisti, ma è talmente scontata, oramai, mentre di vera amicizia si parla cosi' poco!).</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-87703460394641008372020-05-19T03:55:00.001-07:002020-05-19T03:55:20.916-07:00Doctor Thorne (serie tv)<div style="text-align: justify;">
Con T.Hollander, sceneggiatura di J.Fellowes su romanzo di A.Trollope, 2016</div>
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<br /></div>
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<a href="https://i.ytimg.com/sh/wmSCphwsR9ssR9b0i3Jugw/market.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Docteur Thorne (VF) - Bande Annonce - YouTube" border="0" src="https://i.ytimg.com/sh/wmSCphwsR9ssR9b0i3Jugw/market.jpg" /></a>Medico condotto di un paesino del Barsetshire, il Dottor Thorne ha una nipote diletta, Mary, figlia illegittima di suo fratello e della sorella di Lors Scatcherd, un nuovo ricco dal passato assai brumoso e dal presente molto alcolico. Mary ama, ricambiata, il giovane Franck, primogenito della famiglia Gresham, i sognorotti del luogo che -grazie alle disposizioni poco avvedute del capofamiglia- sono sull'orlo della bancarotta e i cui averi sono passati praticamente in toto agli Scatcherd.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lord Scatcherd, conosciuta la vera identità di Mary (sua nipote), decide di includerla nel testamento, ma Mary non lo sa...</div>
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<br /></div>
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Ammetto di non conoscere bene l'opera di Trollope, e di essermi gettata sulla miniserie con trasporto sulla fiducia verso lo sceneggiatore, Julian Fellowes.</div>
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L'aspetto formale della breve trasposizione fa onore al regista: inquadrature nette, immagini pulite, ottimi colori, trucco e parrucco perfetti e ottima interpretazione degli attori. Perfetto Hollander, ironico e sobrio, e molto pregevoli i giovani che spesso hanno le parti più ingrate: molto più facile fare il medico colto e arguto di mezza età che la ragazzina povera e innamorata o il giovane erede dissoluto e frustrato nelle sue passioni.</div>
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<br /></div>
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Invece mi sarei aspettata decisamente di più dalla gestione dell'intreccio, prevedibile al massimo grado, fin nei dettagli, e ancora di più dai dialoghi, convenzionali fino all'esasperazione, senza un guizzo né un'audacia. Sono assai sorpresa. Manca tristemente un pesonaggio fuori dai giochi sentimentali che inquadri il tutto con ironia ma senza cinismo, tipo una Lady Violet di Downton Abbey.</div>
<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-52556854251147454602020-05-12T02:12:00.003-07:002020-05-12T02:42:14.454-07:00MASCHERE<br />
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;">
<img alt="mascherina chirurgica con elastici in tnt traspirante tre strati ..." src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTOBDyP6QW68iiLux7RuygM2Z0qrfmE38XqtIEIk1YIKQ6blnWx&usqp=CAU" /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Premessa 1. Questo post non è una dissertazione su tema pirandelliano. Purtroppo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Premessa 2. Non l'ho mai chiesto dacché ho aperto il blog, ma <u>se potete date massima diffusione a questo post,</u> perché lo ritengo di utilità sociale. Le mie personali considerazioni su Puccini o Dumas hanno valore di conversazione da bar, invece quelle che seguono hanno più peso scientifico. Chi desiderasse ulteriori elementi del mio curriculum puo' chiederli (nessuna domanda è mai indiscreta).</div>
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Cerchéro' di essere succinta e chiara, perché l'argomento lo richiede, e lascero' da parte il mio umorismo abituale.</div>
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<li>-Le mascherine a protezione di naso e bocca sono ESSENZIALI per avere una qualche speranza di fare una fase 2 decente.Ve le dovete mettere, senza lagnarvi se possibile. Se vi si appannano gli occhiali, stringete di più la barretta metallica sul naso o metteteci un cerotto prima di uscire di casa</li>
<li>-Ci sono tanti tipi di maschere, che bloccano batteri, virus e particelle in misura diversa. Usate quello che avete purché <u>non abbia una valvola</u> (seguirà spiegazione). FFP2 o FFP3 o N95 sono maschere professionali non strettamente necessarie per andare a comprare il pane (lo sono se dovete intubare un paziente). Invece di lamentarvi di non avere la maschera migliore a disposizione, iniziate a metterne una, anche fatta a mano (ci sono tantissimi tutorial facili su internet). </li>
<li>-Una maschera a copertura parziale è molto meglio di niente. Vi deve coprire bene NASO E BOCCA e NON la dovete toccare e aggiustare continuamente. La mettete, bella stretta, e la lasciate li' fino al momento di toglierla.</li>
<li>-Nella maggior parte dei casi, la maschera non tutela veramente voi ma chi vi è di fronte, proteggendolo dalle proiezioni di base. Quindi dovete portarla correttamente ed ESIGERE che la porti chi vi è di fronte e accanto. Solo cosi' siete protetti voi.</li>
<li>-Proiezioni standard NON sono tosse e starnuti. Se starnutite o tossite, dovete COMUNQUE mettervi il GOMITO davanti alla bocca (grazie). La mascherina non vi esonera da questi gesti di base.</li>
<li>-La presenza di valvola sulla maschera rende ZERO la protezione che offrite al vostro prossimo. Passa tutto, in uscita. Quindi se fin'ora avete letto, avete capito perché NON dovete usarla. La maschera a valvola è per i professionisti ONLY. </li>
<li>-Va portata anche all'aperto!! </li>
<li>-Deve essere UNITA al distanziamento (almeno 1.5 metri tra le persone, no strette di mano e bacetti, lavaggio mani, etc).</li>
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Queste sono le cose essenziali da sapere. Una certa confusione tutta occidentale fra verità scientifica e comunicazione politica (su cui non mi dilungo che è meglio) ha fatto si' che l'informazione che arriva alla popolazione generale sia parziale e non univoca. Qui non è questione di opinione. La maschera è una barriera che deve essere utilizzata da tutti. Se ve la regalano, meglio per voi. Se viene Mattarella a portarvela, o ve la confeziona Macron a mano, sono contenta. Ma se ve la dovete comprare o confezionare,<u> lo dovete fare; </u>non si puo' transigere sulla sua NECESSITA' per motivi politici paradossali ('non ce le abbiamo da distribuire a tutti subito allora non insistiamo sul fatto che deve essere obbligatoria") che non hanno alcun razionale medico. </div>
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Sono disponibile a chiarimenti e aperta alla discussione (purché i toni restino rispettosi e logici: no troller e ancora meno terrapiattisti).</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-53499385880067944852020-05-10T13:34:00.000-07:002020-05-10T13:34:03.750-07:00Viva Zapata!Di E.Kazan, con M.Brando, A.Quinn. 1954<br />
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Vita e opere di Emiliano Zapata, che guido' insieme a pochi altri la ribellione del Messico oppresso da Porfirio Diaz per scoprire che dopo un tiranno deposto ne arriva spesso uno peggiore (cit Berta che filava, come ce la racconta Calvino).</div>
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Ammetto che non sono mai stata appassionata di storia centro e sud americana, e conoscevo molto vagamente il momento storico descritto. Popolo contadino, illetterato, sfruttato ed espropriato da un'élite pluto-militare: praticamente il riassunto dell'America Latina come si studiava vent'anni fa sui banchi di scuola. Non so se la situazione sia molto migliorata o se gli studenti di oggi continuino a rimuginare sull'unità d'Italia (a giudicare dalla situazione attuale, sull'Unità non sudano più di tanto...).</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img alt="Why Emiliano Zapata's Legacy is More Relevant Than Ever ..." height="270" src="https://i0.wp.com/anticonquista.com/wp-content/uploads/2018/04/zapata.png?fit=2000%2C1350&ssl=1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="400" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">il vero Zapata</td></tr>
</tbody></table>
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Su tre punti si regge il film: Brando, Kazan e Steinbeck. Il primo ha una tale presenza che anche in mezzo ad una folla spicca e attira lo sguardo, del resto ben prima che consciamente si possa capire che sotto quei baffi e la pelle abbronzata c'è il Marlon preferito della storia del Cinema. Che a pensarci bene, qual è la probabilità che Zapata avesse questi tratti? E nonostante l'improbabilità genetica, Brando è credibile sempre, tutto di bianco vestito sul suo cavallo bianco, immutabilmente solo verso la libertà, a qualunque costo.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="about:invalid#zClosurez" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Prod DB © 20th Century Fox / DR VIVA ZAPATA (VIVA ZAPATA) de Elia ..." border="0" src="data:image/jpeg;base64,/9j/4AAQSkZJRgABAQAAAQABAAD/2wCEAAkGBxMSEhUSExMWFhUXFxgYGBgXFhUXGBgYGBgYFxcWFRUYHSggGB8lHRcYITEhJSkrLi4uFx8zODMtNygtLisBCgoKDg0NGA8QFy0dHR8tKzU1LS0tKystKy03NystLS0tKys3Ky0tOC0tKystKzg3LSswOC0tLTc4LSs4LSsrLf/AABEIAQkAvgMBIgACEQEDEQH/xAAcAAABBAMBAAAAAAAAAAAAAAAGAAQFBwECAwj/xABMEAABAwEFAwcFDgQEBgMBAAABAgMRAAQFEiExBkFRBxMiYXGBkTJyobGzCBcjNDVCUlRzk7LR0/AUYsHhM4KSokNTY8LD8RUk4hb/xAAWAQEBAQAAAAAAAAAAAAAAAAAAAQP/xAAcEQEAAgMBAQEAAAAAAAAAAAAAARESE2FRQQL/2gAMAwEAAhEDEQA/AJLkz5PrttV2WZ9+yhbqwsqUXHhMOrSMkrA0A3UT+9XdH1JP3r/6lLkd+RrH5rntnKMooA9vkvulOYsYHY7aB/5K1PJZdGv8Gn71/wDUozpUAZ71d0fUk/ev/qVn3qro+pJ+9f8A1KMazNAGnkquj6kn71/9Sse9XdH1JP3r/wCpRmTWJoA5PJjdSCFJsaQc8+cfOogiMeeRiOuuzPJ3doECygDL/iv/ADYwwcc5RlwzjU0V0poA08ll0fUk/ev/AKlL3q7o+pJ+9f8A1KMqVAG+9XdH1JP3r/6lL3qro+pJ+9f/AFKMqzQBnvVXR9ST96/+pS96u6PqSfvX/wBSjImlQB7fJfdKc02MA9TtoH/krU8ld0fUk/ev/qUZ0qAM96u6PqSfvX/1KXvV3R9ST96/+pRlSoA33q7o+pJ+9f8A1KXvVXR9ST96/wDqUZ1iaANPJVdH1JP3r/6lVvy2bL2S72bOqyMhouOLC+ktchKRGThUBqdONX5VN+6T+L2P7Vz8KaA15Ko/+Ls2HDhIcIwghP8AjOaA+T2bpouoM5Hfkax+a57ZyjOgVKlWKDNYqOve/bPZQC86hE6AnpHsSMzQnenKbZEJOErI4hSAR2Zn00E5f+2dkshKXVnEMsKElRnhlkKBL/5SXFPFhBNlbwJXjUjGtSFCcaYOFA6zQPee0rT7jqktqWcRMqORGgUcgZiM+qoVuzPPiXHUNISQEc65ASjXAJzjT9mgJ/8A+9t6HSlq0qKgckLSkzvwqBHla0W3JypuLSsWhpMoHSUiRJiTKVacNdSKpx+71AlSFKXBnEhCoJ1krOp35TXOz3s41AGUE8CcwRJUcyZjwoLSPLK824RzAU1JwlSlBUbhiIz7aLdn+VSyWmQSUOASW1JVJ6kKEhR6qocWvBh5tYUrD0goJWDMnAlKjGQnLr403YtZQ0olBCXUqQDqmMaSRO4iN+cKoPVdh2gaddDMLbcIJCXBhKgNcMEgxw1p23bpI6JzMTNed7ht9obS0tTqlFq1JSjHmnIZYXNZOYKTqDlVj7JbfMvy46sISgJJTHkKJgJKt+c0FmVmuLL4UApOYOeVdRQZpUqVAqRpVxJmg2K+FbN0kpit5oM1Tfuk/i9j+1c/Cmrkmqb90n8Xsf2rn4U0BhyO/I1j81z2zlGVBvI78j2PzXPbOUZUGaA+UjlAF3p5pkJXaFJxdI9BtOcKUNVHgKOXFQPCvKXKLein7Y+pSwsFZOWmWQA7AAO6gj7XfL9qeU44ouOLOZUcu/cB1VzftYAwqOKNI8kdg31Ht4j0U6nX8qlLNYkoJx+UMt+Z3zGgHidKDVu1uL6KER2dGTxyz9NdLMhCTidxE6whJOfWTM+iujjOCFKSoJOhw5HsJIps442qMKcBHzgSZPHI5eFBs9eoUSEFSUnjA9AP9a5vXcVpxIXi6jkfHQ11eZAOUlW89EHwMYvCaeIW8uUc4MJGm/0x6ZNBEXeFJfaKRCgtOoyEHUzw667ptkLViSeZccClRM9FWL4MnQkEeNJ4BA6AUTGv9Y3Co5xSiACTGZAPXqeqYHhQPXbc4kFsKUltR5xKcRIT0pTI3nIV2sTuBlw4yl0qwkblIUJntCoUD+dMbSSYKsjEcIgDDlu3dxFcRJ7d37/etAf7McpT1lUgyVNgDG2Tv0JROnGKvvZjaRi3NJdZWDOo3pPBQ3V5CTJyGZom2E2pcu60pdAJQei4niOrrFB6xmlTC6r0btDKHm1YkLSFA9tPxQKkBWaVBmsVmlQIVTnukvi9k+1c/CmrjqnvdHoJYsmn+I5qQPmp40BdyO/I9j81z2zlGVBnI98jWPzXPbOUZUEPtZaiizO4VYSGnFYvopSkkq9Q7SK8i2pZUcR1JJ8TP9av/llvwIadswVCnA2kxrzUlx3x6CaoF4CMW4qIHYAJ9dA5sYKUYhqTM98J9MnuFdE2vBO8nfv3zSs6FKbSN0f92vp/3Cm7Yxrw5xp2dtB2etKiABIjec+3MZGs2cyZIwq4wEg9oyHgRUzYrnB4kROpj0aVKXPswtxYwiBPX+xQDylJUMMkEboxJP8AmOnZNcRaFN5jq1BjIyPSKt+ybANlIxqVG4CB4nfT1HJ1ZQM8R7TQUTjyyV6z48e+soKEmZJPXBPcPzyq8ve6sgPk+hHrwz6aa2/k8YwlUFSuwd4HHL1UFS2O6lvOAlKijOMIJEnQYjkSTv49lcLbYlN4QvIwIPEEA4SeIBB8auGx3b8EpnGYSIgADCDopOUlJ9BqHvi4237NzJAC2icxvG9QPVM9lBVv8JKlASFAymPGB4EDs66dNpSoc4vyV5LI1Q59Ijgde+uiLO428ppxPTSCkjIYozBnrAyPGtUPoIInyhqcgqNyhuV+c0Fi8l+1hsi/4Z9XwSlCFSISTorzVRB4HPfV52R0KQCNPyyrxySpvCdRmAT6Un8qvvkV2p55gWdxRJEhtStTAkoJ3kDMcRNBaNZrFZoM0qVYoMiqh90W+UsWQje45vUPmp3pIq3ap33SXxex/aufhTQF/I78j2PzXPbOUZ0GcjvyPY/Nc9s5RnQeceXS9lrtzjOjYCBoJJSDJmJiTH+Wq4bfGHCRoZFGnLVacd7WgfQ5tA7A0g+tRoIQmdKCctFo/wDrpCRBJTPEiDA8SfRTG5T8MmDqf75Hca15paUYjpkM9DOnfRBdd3BKm1qwAhR6SZIwzKsiIxpAUQRIIBiSkUFp7OXKyW0rgmYJCtc96hu7euilDKQBhEDSMt3Xv3UH7F3rzy8CQABziVRMYgQohJ+jKlZEb90wDZDdB1aTNOm0VyZEU6RQaKZncK0WxXdKhvrCligHL3uqTzjXRcHgriDQ8+wVGUjCseUiM8tVJ47pjXtije0rBmoe2WZK9R2HeKCsNqbj51KSk/DJ/wAJURjA1ZXwUN3V2VXTqyCo6EmFg7lA7x+9/Grtva5MSiryjuxFQA4GRoRqDlB76qna+yqbeJWkpWdSQIc4KgZA7jGWhy0oIBxzLD805jqNFnJlehataGsWFLigUncl1OaFHqJGE9SqEF+HVTu5rSlt5ClThzCoyMEET3a91B7HsFqDraHBotIV2TuPZpXZagASdBrQ5ycLWq7bKpwypTeKeIUSQfAiiJ5GJJHEEUGrdoSowDnE6EZd9daa2ezFKpJGhEAd9OqDNU57pL4vY/tXPwpq46pz3SXxex/aufhTQF/I98j2PzXPbOUZUHcjvyNY/Nc9s5RlQeXuW2y4L3tB+mGljvbSn1pNBKFR4H8vVVwe6LudXP2a1JSSFoU0oj6SCVpy7Fq/01TQNAS3nY1OFDackpAk8T1Ds/rRDc13hKQHCVwAAAkCYyTMRigQM9IphZ1TCtZAI7xNEOzjR5wFX/qgL9jbvDCIiDKlEcMcZT2RNFoO8UNWYAGUmiCxmRQOm1VsXK1LZjKm7hjWgcBz950iSa4tGc6dIIAoGqhE00WRUgvOmbyM8qBopIoK25uwPNqHDMUYPyAY3VCuqCz66Dz+tMEg6jLwp7cd3KtD7bKRONQB6kyMR7hnUttxdXNWklCeisYhAOuh0ox5Obu5iyG0NIS5anpwYsktNJMEk9ZBPXlQX9YW0JbQhEYEpCUxpAECPCnFCOwHPpS4h9QUqQoRoJ/9UW0GaVKkKBVTvukvi9j+1c/CmriqnfdJfF7H9q5+FNAYcjvyNY/Nc9s5RnQZyO/I1k81z2zlGVAN8oOz/wDHWJxpIBcTDjUx/iIzAkgxIlP+avJdoSQtQUCkhRBB1BnMHrFe2a8pcrN1Ks96WkEQlxZdQdxS50vWSO6gZ3a6ShBnQAdkZf0o82WbxH886rq6nQhnGrRK8+JyEAeNEl0bXqRGFCU785nvIFBbtlbgZipWzwKrZjbwk/4YI6leqRTv3x2k6tq4ag0FjodFN7VGtATO3jaz9EdeVEl2XnzwEZzvoHzdtQgQTUfb9r7I15bonPLM6dlC+2VnfScTYMDXj4VWwu3nFkqWonXUAAdtBals5Rm9GkTOhVIHVpUDb9rbQ8YCjP0WzAE9aZnTTOhm03SuzNJtKrOpxBMStapHWRnAPdpRDsjeNstZcRZmWm2mwZcSknhhALhGsk6THCgym9rekSCePSgiOsKrtcl7OOLh1GEnSNO2N1bM2e2lZDrZIAHSQ5v60xB7qmrHcuGFFOdAN7c2YJb56JKI4DeDvB4empLkxvFtVjDKEq5wYsRIy3wAa7bYWbFZ3E/yH0CprZGyobsllXGEizt4oAkqUBE8Tr40BzswjoqVxwp/0pH51NCorZxQLRI0xq/pUrQZrNYpUGaqL3RD2FiyHPNxzTzU8atyqd90l8Xsf2rn4U0BhyO/I9j81z2zlGdBnI78jWPzXPbOUZ0CqqfdAbO89ZE2tA6TCgF8ebUYnuUR4mrWpveFjQ80tlwShxKkKHEKEH10HkW7WcVnIP8AzZ/2ip6zNIaROEfvf/auTdzqs/8AFMnMtOx15EpzHcKc2FjGAInd1Z0D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<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Brando in Viva Zapata!</td></tr>
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Kazan rende profondamente vivida la narrazione, ci fa partecipi. La sua camera a mano non dà quell'intile vertigine che normalmente accompagna questo artificio, ma trasmette, per una volta davvero, il senso del filmino familiare, ove si narra una storia quotidiana di ordinaria ribellione. Grazie a lui, le scene banalizzate altrove dalla rimasticazione infinita di un quarto stato abusato cui si spara alla schiena sono qui invece trucemente realistiche. Elia chiaramente credeva a quel che diceva.</div>
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E Steinbeck... è Steinbeck. I dialoghi sono corti, diretti, evidenti, snelli, intelligenti. La sceneggiatura è svelta, un piede nel "cambiare perché nulla cambi" e uno nell'ideale romantico dell'eroe cristico incorruttibile e puro. Ma dove sono finiti gli sceneggiatori degni di questo nome?</div>
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<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-40627357260686041552020-05-10T10:53:00.002-07:002020-05-10T10:53:18.159-07:00Miss Peregrine's Home for Peculiar Children (Trilogia)<div style="text-align: justify;">
Di R.Riggs, 2011 (seguito da Hollow City e La biblioteca delle anime)</div>
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Jacob potrebbe essere il classico adolescente a disagio col suo corpo e la sua epoca, e per primo pensa che non ci sia nulla di strano nel suo essere un po' fuori dal mondo. Mentre impara a convivere con questo <i>quid </i>di stramberia, spinto dalla dipartita dell'amato nonno, che gli raccontava storie magnifiche e inquietanti, si ritrova su un'isoletta sperduta al largo dell'Inghilterra, dove i mostri dell'immaginazione del suo avo si rivelano assai reali.</div>
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Scritto piuttosto bene, sebbene la conclusione sia decisamente macchinosa, questa trilogia si rende diversa per il suo lato visivo. In ogni libro, tante cartoline d'epoca sembrano avallare i personaggi impossibili eppure tanto attraenti o respingenti o semplicemente teneri che si stagliano sullo sfondo. L'intrigo di per sé non è eccelso, anche se ha buon ritmo e qualche sorpresa qua e là, ma i comprimari e le comparse rimangono nella memoria vividamente, riescono ad essere accattivanti nella loro eccentricità. Carino!</div>
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<br />ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-1562552940852475352020-05-02T14:28:00.000-07:002020-05-02T14:28:03.715-07:00L'Imperatore di ParigiDi J-F Richet, con V.Cassel, F.Luchini, O.Kurilenko. 2018, 119'<br />
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Vidocq è un eterno evaso, è già riuscito a scappare da più di una prigione di Francia. Dopo aver visto il tracollo dell'Ancien Régime e combattuto durante la Rivoluzione, la sua ultima evasione avviene già sotto il Primo Impero. Vorrebbe farsi passare per morto e, sotto falso nome, riprendere una vita comune da commerciante di stoffe, ma il passato bussa alla sua porta e per sottrarsi al suo destino di criminale si offre al prefetto di Parigi come "ripulitore" in cambio di una lettera di Grazia.<br />
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Dopo il Conte di Montecristo, un altro celebre evaso, e stavolta reale. Benché romanzata, la trama del fim poggia su avvenimenti reali, che seguono un breve tratto della vita di Vidocq, l'uomo dai mille volti. Criminale, senza dubbio, fu il primo poliziotto di Francia a conoscere una fosca notorietà, odiato dai suoi antichi colleghi in quanto traditore e disprezzato dai colleghi nuovi poiché ancora troppo legato alla feccia di cui si sbarazzava. Visse in un periodo storico movimentato, e contribui' indubbiamente a vivacizzarlo ancora, al punto che la mafia locale e gli alti comandi lo consideravano l'Imperatore di Parigi (Napoleone era Imperatore di Francia, d'Europa e di mezzo mondo, ma dell'aristocrazia parigina no, mai).<br />
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Il film è violento e oscuro, nei colori e nelle intenzioni, cio' che non sorprende visto l'oggetto dell'intrigo; resta comunque un ottimo thriller con un gran ritmo e dei bravissimi attori. Le attrici sono, al contrario, non particolarmente brillanti e alle prese con dei ruoli di donne scialbe e poco vivaci di spirito. Cassel invecchia ma con brio, e illumina Vidocq di quella tragicità implicita di chi passa incessantemente da una prigione ad un'altra di tipo diverso. Luchini è geniale nel ruolo di Fouché, ministro della polizia lucido sino al cinismo.ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-45728268959075799992020-05-01T13:57:00.000-07:002020-05-01T13:57:28.799-07:00M et Mme AdelmanDi N.Bedos, con N.Bedos e D.Tillier, D.Podalydès. 2016<br />
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45 anni di vita in comune di uno scrittore assurto all'Olimpo dell'Académie Française e della donna che fu sua moglie, editrice, corretrice di bozze, musa. Si incontrano in una discoteca polverosa, si amano senza sosta ma anche senza pietà, si riproducono, si lasciano, si riprendono, fino a che lui muore in modo insolito e solletica l'attenzione di un giornalista che vorrebbe scriverne la biografia.</div>
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Opera prima di Bedos, che fa di tutto per questo film: regista, protagonista, sceneggiatore (insieme a Tillier), compositore della colonna sonora e anche promotore (lasciando intendere, a scopo meramente commerciale, una liaison con l'attrice protagonista, come nelle produzioni Hollywoodiane. Solo che ai francesi -giustamente- non interessa). La struttura, solida, nasce in realtà da alcune improvvisazioni che gli sceneggiatori conducevano tra loro, per distendersi ed esorcizzare gli stress della vita quotidiana.</div>
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In effetti, per quanto i circoli letterari altoborghesi e (psuedo)ebraici non siano parte del tran tran della maggior parte degli spettatori, la prima sensazione che davero convince in questo film è la quotidianità surreale degli eventi, trasmessa attraverso la curiosa innocenza e ferocia dei protagonisti. Soprattutto lui, innocente e feroce, bisogna dire, e incredibilmente fragile. Lei è molto più umana, resiliente, ma assai meno innocente, meno bambina.</div>
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Un bell'inizio, filmato con cura per le inquadrature e per il dettaglio, con ottimi attori : fa sperare per il futuro.</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-31194470422161633182020-04-22T14:42:00.002-07:002020-04-23T13:35:03.423-07:00Il Conte di Montecristo<div style="text-align: justify;">
1844, A. Dumas.</div>
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Per la prima volta mi sono accostata a questo grande classico di letteratura popolare, il feuilleton per eccellenza, cui sono stata condotta, com'è per tutti evidente, da un desiderio di... evasione. </div>
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Tutti confinati, impauriti, incastrati da un microbo insulso eppure temibile; chiusi nelle nostre magioni e asserragliati dietro una mascherina, abbiamo bisogno del respiro del mare. Sono andata a recuperarlo in questo best-seller d'epoca.</div>
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Edmond, come tutti sapranno, è un giovane non ricco ma di belle speranze, pronto a sposarsi con Mercédés, una catalana dagli occhi di brace che gli assicura eterno amore e fedeltà sconfinata. A causa dell'invidia e delle passioni dei suoi presunti amici, finisce in carcere, nella fortezza d'If al largo di Marsiglia, per quattordici anni. Quivi conosce l'Abate Faria, che gli insegna la Storia, la Filosofia, le Lettere e soprattutto la Chimica e la Matematica e lo fa depositario di un'immensa fortuna, che gli permette di sviluppare piani di vendetta per i suoi patimenti ingiusti.</div>
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La critica letteraria, nobile e plebea, non è stata tenera con il <i>Conte</i>, e non si puo' negare che il romanzo abbia dei limiti di peso: la struttura è macchinosa, Montecristo vi appare onnisciente in modo irrealistico, la sua sete di vendetta è adolescenziale. Qualcuno osa dire che sia malscritto, come molte opere giovanili lo furono, e in particolare quelle pagate a numero di righe prodotte.</div>
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A mio modesto aviso, davanti all'efficienza e alla potenza del <i>Conte </i>bisogna inchinarsi: l'intreccio scorre veloce, con un senso del ritmo e del coup de théâtre che sembra perduto da decenni (secoli?), i cattivi sono parecchi e di tipo diverso (l'avido, l'assetato di potere, il piccolo truffatore, il bestiale violento, etc), i dialoghi sono eccelsi ed ironici. Quando aprite il <i>Conte</i>, avete preso in mano un vero page-turner, come dicono gli anglofili, che inizia <i>in medias res </i>e non lascia allentare la tensione neanche per poche righe. Dumas spara invenzioni letterarie mirabolanti al ritmo di una pistola di Dashiel Hammett e costruisce la sua scacchiera come un ragno tesse la tela. Piuttosto in anticipo sui tempi, ci serve un antieroe che ben presto si rivela per quello che è: un dannato un po' miserabile, e anche un tantinello sadico che riguarda il suo passato per togliersi tutti i sassolini dagli stivaletti di daino. Se pensavate ad una favola sulla catarsi e sulla libertà (cio' che immaginavo io prima della lettura), scoprirete invece una commedia nera sulla violenza delle apparenze e sui moventi ignobili che fan girare il sole e le altre stelle, che siano l'avidità di un Danglars, l'ambizione di un Villefort, la passione truculenta di un Fernando, ma anche il rancore di un Dantès.</div>
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A conti fatti, all'analisi impietosa dei caratteri (moltissimi) non si salva nessuno. Questa scelta curiosa, per un giovane scrivano, permette un incredibile senso di romanzesco che non riesco più a trovare nei romanzi moderni, spesso terribilmente malaticci e inconsistenti sotto una patina a volte zuccherosa o ancora iperviolenta. Qui trovate manipolazioni del mercato di borsa, infedeltà coniugali, tentativi di infanticidio, travestimenti, diamanti, pugnali, cavalli, ville di campagna, veleni, mitridatismo, amore, oppio, mare, duelli, tradimenti. Venghino signori, venghino: in queste novecento pagine c'è tutto di tutto.</div>
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Se proprio devo trovare un difetto a questa mia lettura, è il ruolo ingrato dei personaggi femminili. La donna è mobile, potrebbe cantare Edmond davanti a Mercédés, e le uniche donne davvero presentate in una luce positiva sono delle femmine passive e angelicate, rigorosamente bionde e pallide: Julie Morrel e Valentine de Villefort (che per essere sottomessa ad un padre come il suo deve essere non troppo dotata intellettualmente). Occasione mancata per Eugenie Danglars, che invece è bellissima, altera, per niente sottomessa a chicchessia e dedita all'arte del canto che ha scelto per sé: Dumas ne fa una lesbica capricciosa (i suoi gusti sentimentali ai miei occhi non la sviliscono minimamente, ma mi duole sottolineare che non penso si possa dire lo stesso dell'autore), ridicolizzata alla soglia dell'altare e costretta alla fuga. Peraltro, nei Tre moschettieri il problema si ripete...</div>
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Finale a sorpresa, per chi ancora non lo conoscesse, degno di ... Woody Allen (non dico nient'altro!).</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-66946501940279337592019-01-09T13:25:00.002-08:002019-01-09T13:25:25.137-08:00Buon 2019!<div style="text-align: justify;">
Buon Anno a tutti, se ancora c'è qualcuno che passa di qua!</div>
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Qualche giorno fa Kuku di CineCivetta mi ha incitato a riprendere la tastiera e non ho saputo resistere alla tentazione difare un saluto. </div>
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Come mai mi sono fermata per quasi un anno? Se date un'occhiata alla mia anamnesi di blogger noterete che è già successo… quando ho avuto M, la mia prima spettacolare figlia. E ora, prevedibilmente, è accaduto di nuovo perché mi sono presa il tempo di mettere al mondo una seconda spettacolare figlia, L.</div>
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La buona notizia dal punto di vista del blog è che, inchiodata talora al letto da nausee oceaniche, durante la gravidanza ho letto tanti libri e fumetti che potro' recensire per i miei fedeli lettori!</div>
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A presto!</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-31971678147081820702018-04-21T13:45:00.000-07:002018-04-21T13:45:04.587-07:00Gli album della tua vita, giorno 10. Di 10<div style="text-align: justify;">
Dunque, abbiamo visto le fasi contemplative, quelle sentimentali, quelle "Art pour l'Art", quelle pseudo-politiche. Che ci manca? Cosa ascoltavo recentemente prima che la ma vita fosse riorganizzata da imperativi materni?</div>
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Giorno 10/10. Lana Del Rey, Born to Die (Paradise edition, ché la prima è monca).</div>
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C'è qualcosa di antico e incredibilmente moderno nella voce e nei testi di questa giovane cantautrice. Scoprirla è stata una rivelazione, cosi' sexy e fumosa e aliena (a me). Nelle sue canzoni ci sono vere storie, sempre un po' strane e di ambiente "hard boiled", ma raccontate, argomentate, dipinte: in questo senso Blue Jeans è un apice, visualmente cinematografica. Si potrebbe fare il ritratto dei due protagonisti.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWeTMPDSILXxrJZKn6-9KRRCbJKVH9jAE3j7aL7yXlPh7PpCtseczNC8YxRcjjCdKqvsmd_ZeLHQOHoCFUWkzKKneL6LkcF0hB7ROoODjjv2aZWJ661ksZ9qL3fRSVKFv-foPWbzw4GJc1/s1600/lana.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="268" data-original-width="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWeTMPDSILXxrJZKn6-9KRRCbJKVH9jAE3j7aL7yXlPh7PpCtseczNC8YxRcjjCdKqvsmd_ZeLHQOHoCFUWkzKKneL6LkcF0hB7ROoODjjv2aZWJ661ksZ9qL3fRSVKFv-foPWbzw4GJc1/s1600/lana.jpg" /></a></div>
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I suoi album successivi mi sono piaciucchiati, ma l'atmosfera meno "L.A. Confidential/Scarface" mi manca. Ho letto recentemente che Lana è stata criticata perché "antifemminista" e sono morta dal ridere. Ma che c'entra? Parla d'altro!! </div>
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E poi noto con sospetto che 1) se sei bella e magra (vedi post su Cinderella), sei "antifemminista"; 2) se ti piace Twilight e sogni l'amore romantico, sei "antifemminista"; 3) se sei l'erede al trono di Cina, sei stupenda e ti scoccia il nugolo di mosconi, sei "frigida" (vedi giorno 8), 4) se canti come Marylin Monroe di donne distrutte da alcol, sesso e videogames e sei praticamente una top model, sei comunque "antifemminista". Ma cos'è 'sta nuova mania? E se una non è "femminista" a oltranza allora è "antifemminista" di precetto? E poi che idea circola del femminismo? A questo punto, mi piaceva quasi di più quell'adagio che diceva "sono una donna, e quindi sono un Uomo (=essere umano) come un altro".</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-63156253607810038002018-04-20T07:54:00.000-07:002018-04-20T07:54:16.596-07:00Gli album della tua vita. Giorno 9/10<div style="text-align: justify;">
E la famosa politica, nella musica? Pare che quasi tutti dobbiamo avere un periodo politico in musica! Be', io apparentemente no. E quindi anche tra i cantautori "politici", l'album che scelgo è...</div>
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<u>Giorno 9/10. Francesco Guccini, Metropolis.</u></div>
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Chi pensa a Guccini e al concetto di politica, di solito balza a <i>Radici</i>, o <i>Via Paolo Fabbri 43</i> (o ancora ad <i>Amerigo</i>), che a me piacciono tanto, ma li trovo soprattutto divertenti per l'acume e la cattiveria con cui il cantautore riusciva a ritrarre o ridicolizzare alcuni tic tipicamente italiani. O ancora la poesia e l'importanza di certe ballate malinconiche e terribili (<i>Il vecchio e il bambino</i>, sento sempre mio padre che la canta appena ci penso, e lo vedo di schiena mentre passeggia con la sua nipotina).</div>
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Pero' io sono sempre stata un po' scettica di fronte alle certezze da striscione, agli "incazzati" (a Guccini non piacerebbe che dicessi "indignati"), a quelli che han capito tutto, e da questo punto di vista il Guccini giovane è un po' supponente, concedetelo. Io sono del tipo che dubita per contratto, sono curiosa e non apprezzo gli slogan. Invece mi piacciono Bisanzio e Bologna.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzfcKVyRFgEX512vLIBAXycOl6lKuAfkdlNCSZQUr6BexLlvUM5TmjmJpG5-LP4PtoYSEKkqtHNMoi30h-JHSuW7Gg8Y1GGrbsCinatMp-wVn4KPjdmiMyZNtCtvdXdztTbHC16_giVow0/s1600/metropolis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="600" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzfcKVyRFgEX512vLIBAXycOl6lKuAfkdlNCSZQUr6BexLlvUM5TmjmJpG5-LP4PtoYSEKkqtHNMoi30h-JHSuW7Gg8Y1GGrbsCinatMp-wVn4KPjdmiMyZNtCtvdXdztTbHC16_giVow0/s320/metropolis.jpg" width="320" /></a></div>
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Devo dire... devo dire, che forse prima ero troppo giovane per capire, e ora sono troppo vecchia, pero' mi sono ritrovata a guardarmi attorno e a non capire niente del mondo che mi circonda, pieno di labirinti, etere e plebi smisurate che ignoriamo perché non le sappiamo gestire (senza fare della morale, che non sono capace, e non è questo il luogo, Kant direbbe che "l'esistenza non è un predicato". Tradotto per chi non aveva il mio stesso prof di filosofia: qualcosa che esiste, l'Essere, se ne frega se tu lo riconosci o no. Se esiste non te ne deve rendere conto. Corollario: ignorarlo può essere un giochino pericoloso).</div>
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ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2103764509924164090.post-40831373924939160732018-04-19T08:20:00.000-07:002018-04-19T13:15:51.522-07:00Gli album della tua vita. Giorno 8/10<div style="text-align: justify;">
All'università cominciai a preparare gli esami con due care amiche, una delle quali cito oggi per farmi partecipe della sua lista, e ascoltavamo insieme un sacco di lirica. Io fino ad allora avevo perlopiù coltivato la classica strumentale, ed Eleonora mi fu vera guida. Nonostante il blog sia intitolato a Tosca, la mia opera preferita è...</div>
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<b><u>Giorno 8/10. Giacomo Puccini, Turandot.</u></b></div>
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Colma di influenze orientali e d'avanguardia, Turandot narra di una principessa moderna, femminista, profondamente coraggiosa. Su Wikipedia, tale protagonista sorprendente è definita "sanguinaria e frigida", stigma diffuso largamente, a mio parere MOLTO A SPROPOSITO. Certo, Turandot accoglie i pretendenti alla sua mano con tre enigmi. Chi non li risolve deve morire, seduta stante.</div>
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Precisazione: il ruolo che hanno imposto alla donna Turandot è fare la bella statuina silenziosa, essere moglie sottomessa (leggi schiava in gabbia dorata, con letto annesso) di un futuro marito-padrone qualunque che lei non aveva intenzione di sposare e cui porta una bella dote: l'impero di Cina, nientemeno. In quanto donna, se mi imponessero un matrimonio di questa fatta, avendone il potere, appena un cretino presuntuoso e prevaricatore si avvicinasse, gli farei tagliare tutto quello che si può tagliare, <i>anche </i>la testa -alla fine, per pietà. Per libera scelta, si sposa. Quindi, "sanguinaria e frigida" lo dite a qualcun altro. Specialmente quando poi si vedono continuamente iniziative tipo i vari movimenti MeeToo, che -se magari lodevoli nell'intenzione- da quello che ho visto producono più danni e ridicolo per le vittime che altro. Portate piuttosto le vostre figlie a vedere una Turandot, spiegategliela, e fate loro notare che le Liu' (...nun te reggh'cchiu'... la versione operistica di Lucia Mondella, ma aspirante concubina, neanche aspirante moglie...) hanno una sola fine razionale: crepano.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy-3AT7DJ_9hyphenhyphendmuGYrrMR6OZlm_RCOS_nMn0hNxdnxvQIEimsHrAlVmkgcyG12-m_0Jl8x9JopNfYz9ikIp3_AkT-E2sahKD4G0mD6tHEWPrss69BFqnuQboF7-O-GZfN8dFL41sYcai3/s1600/turandot.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="355" data-original-width="355" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy-3AT7DJ_9hyphenhyphendmuGYrrMR6OZlm_RCOS_nMn0hNxdnxvQIEimsHrAlVmkgcyG12-m_0Jl8x9JopNfYz9ikIp3_AkT-E2sahKD4G0mD6tHEWPrss69BFqnuQboF7-O-GZfN8dFL41sYcai3/s320/turandot.jpg" width="320" /></a></div>
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Il mio solo rimpianto su Turandot è di essere totalmente inadatta alla mia cantante preferita, Maria Callas. Non sono originale, pazienza. Purtroppo la partitura di Turandot era veramente troppo acuta per la Signora Maria, e Liu' non le risponde per niente dal punto di vista della personalità, come per altro non le si addicevano le varie Mimi', Butterfly... Maria andava alla grande su quelle simpatiche canaglie di Manon e Violetta, e ancora meglio su Tosca o Carmen o persino Lady MacBeth. Altra stoffa.</div>
ceciliahttp://www.blogger.com/profile/15214512772034587154noreply@blogger.com1