Coco

Pixar, di Unkrich e Molina, 2017

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Visto in sala 2 al Reposi: poltrone comode, sala piuttosto piccola e pulita.
Preceduto da un lunghissimo e noioso (insulso, direi) corto Disney sul Natale di Olaf. Dimenticabile.

Miguel vorrebbe divenire musicista ma la sua famiglia, un matriarcato messicano votato alla calzoleria, si oppone fieramente a causa di una vecchia bega: la sua trisavola fu abbandonata dal marito per la musica e si ritrovo' sola a dover crescere una figlia e a mandare avanti la baracca. Convintosi di esser discendente del famoso Ernesto de la Cruz, nel giorno dei Morti ruba la chitarra di questi e si ritrova nel mondo dei defunti...

Raramente sono stata delusa de un film Pixar, ma questa volta devo dire che si sono superati, riproducendo il miracolo di riuscita di Inside-out. L'altro lato della medaglia è che, come Inside-Out, questo non è un film per bambini. Vi si affrontano con estrema intelligenza, coraggio e raffinatezza i temi della morte, dell'oblio, della memoria, della tradizione familiare e culturale. Ambizioso? Oh, si'.

Per far fronte a cotanta sfida, character design di gran classe, con scheletri favolosi dai movimenti simili a queli dei pupi siculi (articolazioni ma niente muscoli), personaggi secondari divertenti (impagabile Frida Kahlo che si prende in giro da sola) e una colonna sonora veramente bella, anche se la canzone principale (Ricordami) non è la mia favorita, le preferisco Un poco Loco.
Qualcuno ha rimproverato la trama di essere poco coesa, e qualche snodo logico di esser già visto (il cattivo manipolatore che ricorda Scar del Re Leone, la scomparsa dalla Memoria come Bing Bong in Inside Out). Mi sembrano inezie.

La cura direi filologica e profondamente rispettosa con cui gli autori hanno dipinto la festa del Dia de Muertos, con le Ofrendas e i sentieri di calendule dorate, oltre che gli spiriti guida (alebrije), merita grande attenzione. Ci sono echi di Studio Ghibli -penso al viaggio di Chihiro, principalmente-o è solo un'impressione legata all'estremo esotismo che la cultura messicana ha per me, europea fino al midollo?

E poi lode e onore al coraggio, puro coraggio, nell'affrontare il tema della memoria dei defunti, questa Celeste Corrispondenza di amorosi sensi che sola permette di attraversare il ponte, e -ancor prima- di crearlo, verso coloro che ci hanno lasciato alla Vita. Cosi' tutta la famiglia di Miguel (e tante culture di ogni parte del mondo!) esorcizza il terrore che l'essere umano prova di fronte alla morte... Foscolo diceva "Sol chi non lascia eredità d'affetti / poca gioia ha dell'urna": anche lui avrebbe probabilmente voluto esser sicuro di lasciare la sua foto in buone mani, ma direi che puo' stare tranquillo. E noi, siamo tranquilli? Coco lascia il desiderio di tornare a casa a parlare coi genitori dei vecchi familiari che non abbiamo conosciuto, di ritrovare quelle fotografie sbiadite affollate di figurine in posa coperte di trine, di lasciare qualcosa di bello di noi ai nostri figli, perché ci ricordino un giorno di più e parlino di noi ai loro nipoti, rivangando con affetto quella nostra fissazione, quel pregio, il tal piccolo tic, e magari perfino un'eredità spirituale che abbiamo lasciato.

Commenti

  1. Più Disney che Pixar, ma poco importa, il look alla “Grim Fandango” mi ha conquistato, il film si lascia davvero guardare, forse perde qualcosa dopo la “rivelazione” finale, ma ho gradito parecchio. Cheers!

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    1. non sono proprio d'accordo, Disney ha un atteggiamento spesso più "buonista" e banalizzante negli ultimi tempi, mentre Pixar ha qualcosa di molto più incisivo e coraggioso nella scelta dei temi, più maturi e scomodi. Io ero piuttosto scettica sul look, ma ha conquistato anche me!!

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