Wall Street

Di Oliver Stone, con M.Douglas, C.Sheen, M.Sheen, D.Hannah 1987

Giovane broker conosce successo e guadagno sfrenati al prezzo della sua innocenza, quando conosce il famigerato Gordon Gekko che lo prende sotto la sua ala e gli fa conoscere la fonte del vero potere (l'informazione), oltre ad indottrinarlo sulla nozione che "l'avidità è un bene".



Ormai datato, e sfumatamente vecchieggiante, Wall Street resta cionondimeno un piccolo "cult", uno dei primissimi film a parlare di Borsa, di speculazioni folli e "bolle", di denaro che vuole sopravvivere bastevole a se stesso quasi fosse un entità senziente. Gekko, dal curioso nome che ricorda un lucertolone rotondetto,esprime in forma quasi macchiettistica il cervello rettiliano che desidera sempre di più, senza fermarsi a riflettere sui suoi moventi. Cosa ne farà mai, di tutti quei soldi, il leccatissimo affarista? Non ha tempo di spenderli, l'unico momento che ha per fumarsi una sigaretta è mentre si prende la pressione -falsandola oltretutto, ché il fumo vasodilata!

So di andare controcorrente portando uno sguardo critico verso il film, ma non mi ha convinto completamente. In primo luogo, il mondo dei veri squali sembra piuttosto edulcorato e alla fine ci si concentra più sul rapporto pseudo-filiale del protagonista col suo mentore che non sul funzionamento del mercato di borsa.
Se da un lato Oliver Stone ha avuto un certo coraggio nel fare un'atroce e grottesca parodia del capitalismo, e anche degli spunti visionari riguardo a dove ci avrebbe portato questo atteggiamento aggressivo con cui abbiamo sostituito l'economia con la finanza (cito il mio prof di Filosofia), non riesco a non rimproverargli un certo moralismo da maestrina che per quel che mi concerne rovina quasi tutti i suoi film. Per esempio non riesce a rinunciare al fondo di bontà nel cuore del protagonista e all'onestà intellettuale devastante di suo padre, che consola il figlio con un piede già in prigione dicendogli "vedrai, è la cosa migliore che ti poteva capitare". Certo, è noto, niente di meglio di un po' di galera per un ragazzino neolaureato per capire i valori profondi della vita e riflettere sull'Etica. Lo dicono tutti, i padri migliori consigliano un soggiorno nei migliori penitenziari della terra. Ma dai, Oliver...

Gli attori non mi piacciono. O forse son troppo bravi a entrare sotto la pelle dei personaggi, che trovo detestabili dal primo all'ultimo: sembrano insudiciare tutto con quelle capigliature ricoperte di brillantina disgustosa e unta. M.Douglas, che pure prese Oscar e Golden Globe, David di Donatello e Nastro d'argento, incarna il suo Gekko senza finezza: oppure il personaggio stesso né è privo, un essere grossolano e volgare incartato in lane Cerruti. Altrettanto respingente la figura di D.Hannah, poco credibile, passiva, priva di leggerezza e curiosamente vecchia per la parte. Stone non si priva neppure della figura paternalistica che passa di tanto in tanto in mezzo ai vetusti computer dei broker per ricordare al protagonista la via del bene. Menzione simpatia per l'amico e compagno di banco Marvin, che in un futuro prossimo avrebbe poi dato vita al Dr Cox di Scrubs.

Colonna sonora di rara bruttezza.

Commenti

  1. Una delle migliori prove di sempre di Douglas, pettinato come il mitico coach di Basket Pat Riley. Poi io ho un debole per Olivero Pietra, questo film è una pietra miliare, scusa il gioco di parole ;-) Cheers

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